E sulle candidature scoppia già la guerra tra renziani e sinistra

Il premier spinge per Fiano, gli "arancioni" per Majorino

E sulle candidature scoppia già la guerra tra renziani e sinistra

Le dimissioni da ministro che hanno rimesso in gioco Maurizio Lupi e il gran rifiuto di Giuliano Pisapia che già da ieri ne fanno un ex (con tutti gli sgravi di responsabilità e la non bella figura di Milano che aprirà l'Expo con un sindaco dimezzato), aprono la lunga campagna elettorale. Soprattutto in una sinistra che avrà l'onere di render conto di cinque anni nei quali oltre al registro per le coppie di fatto e la gay street inaugurata in via Sammartini, non è arrivato poi molto. In cambio famiglie e commercianti sono diventati il bersaglio di una gragnola di tasse proprio mentre in Regione il governatore Roberto Maroni ne ha tagliate parecchie e ora punta ad abolire i ticket della sanità.

Cose non di poco conto per una sinistra costretta, con l'addio di Pisapia, a sedute di autocoscienza collettiva. Perché è l'archistar Stefano Boeri a ricordare «gli aspri conflitti, soprattutto riguardo ad Expo e alla visione della Milano che sarà». E ora il bivio è se riproporre un'alleanza a sinistra fino a comprendere anche i violenti dei centri sociali, o seguire l'ondata renziana puntando al centro con un candidato magari più gradito alla segreteria Pd che alla base. E proprio qui è arrivato ieri l'inaspettato regalo a Renzi di un Pisapia che dice di non credere «che le primarie siano un totem, ultimamente hanno perso un po' di credibilità». Forse un assist in cambio di una candidatura (questa sì gradita) come giudice della Corte costituzionale o a un ministero.

Con il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati a convocare «tutte le forze della coalizione». Assestando, però, su Affaritaliani.it una bella stoccata a Pisapia: «Io sono nativo democratico e le primarie sono la via maestra. Nessuno pensi di fare caminetti della società civile». Tanto per capire il clima. Poi ci sono i nomi dei papabili. Il deputato Emanuele Fiano di quell'Area democratica ormai avvicinata a Renzi e che avrebbe l'appoggio della comunità ebraica che alle primarie si scontrerebbe con l'assessore Pierfrancesco Majorino , investito da Pisapia al momento di lasciare e che sarebbe l'unico a poter coinvolgere la sinistra-sinistra, riproponendo l'alleanza che nel 2011 sconfisse Letizia Moratti. «Vedremo - ha detto ieri Majorino - È chiaro che ci penso, non credo sconvolga nessuno. Ho sempre ragionato sull'ipotesi e posso non essere l'unico immagino». Ci fa più che un pensiero la vice sindaco Ada Lucia De Cesaris , ma si dice che Renzi voglia mandare tutto all'aria, puntando su una donna (magari giovane) come Lia Quartapelle già papabile come erede di Francesca Mogherini al ministero degli Esteri o sull'eurodeputata (di Monza, ma con 181 preferenze) Alessia Mosca . Sarebbe pronto a correre un déjà vu (ma di grande qualità) come Umberto Ambrosoli , nonostante la sconfitta alle Regionali con Maroni. Con i suoi a ricordare che a Milano città vinse lui. Pronti ad appoggiarlo gli «arancioni» Lucia Castellano e Franco D'Alfonso orfani di Pisapia.

Nel capitolo società civile, quotazioni in salita per il finaziere Francesco Micheli voluto da Renzi nel cda Scala. Magari anche il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli o il commissario Expo Giuseppe Sala . Che però piacciono al centrodestra.

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