E la Zona 7 vuole macchinette equo-solidali

Tirano in ballo la tutela del suolo, delle acque e dell'aria. Contestano la produzione industriale alimentare, che «ha alla base una filiera poco attenta alla difesa dell'ambiente, è disinteressata al benessere animale» e «non remunera adeguatamente i produttori delle materie prime, sia nel cosiddetto terzo mondo che nel nostro paese». Con queste premesse, i consiglieri di maggioranza nel Consiglio di zona 7 hanno proposto (primo firmatario il capogruppo di Sel Marco Enrico Perego) e votato le «linee di indirizzo per la qualità dei cibi e delle bevande erogati dai distributori automatici nei locali comunali della zona» chiedendo solo prodotti del commercio equo e solidali, «quando la tipologia dell'alimento lo consenta», altrimenti prodotti locali e di stagione «acquistati mediante accordi con le associazioni di contadini, allevatori e trasformatori del territorio comunale e delle zone limitrofe». Basta «prodotti dannosi per la salute» e largo «a cibi sani e di qualità». Una battaglia che dalle merendine confezionate alle bibite in lattina si estende all'acqua gasata nelle bottiglie di plastica. Da bandire.

Il Parlamentino approvando le linee impegna la giunta ad installare distributori di acqua potabile refrigerata, «sia naturale che frizzante», e mettere a disposizione esclusivamente bicchieri in materiale biodegradabile. L'acqua minerale venduta alle macchinette, sostiene la sinistra, «non risponde ad un vero bisogno dell'utilizzatore ma solo alla domanda indotta dalle industrie» e «i costi economici e ambientali per il trasporto e lo smaltimento delle bottiglie di plastica sono notevoli». Dunque, solo acqua dell'acquedotto.

Il Comune di Milano, conclude il documento, chiede al Comune di «impegnarsi affinchè queste buone pratiche vengano adottate da tutte le amministrazioni pubbliche che operano sul territorio comunale e le promuova anche presso quelle private».

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