A Milano la curva dei contagi non si ferma ma c’è un dato incoraggiante. L’indice di trasmissione nazionale, l’Rt, da giorni continua a calare. Infatti è passato dal valore di 2,35 della scorsa settimana a quello di 1,77 di ieri. Nel capoluogo lombardo non ci sarebbero grandi focolai, piuttosto piccoli e numerosi. I cluster sono più che altro in famiglia, come sottolineato dal Corriere, il 75% di questi crescono all’interno delle mura domestiche, dove le protezioni e i protocolli vengono, erroneamente, messi da parte. Tra i nuovi positivi si registrano soprattutto minorenni e under50.
Il dato che fa ben sperare
Un aspetto però farebbe ben sperare, ovvero, quello relativo alla velocità di contagio. Come detto, la settimana scorsa l’Rt aveva raggiunto quota 2,35, dopodiché ha cominciato a scendere. E ha continuato a farlo, passando da 1,9 a1,77 registrato nella giornata di ieri. Qualcosa quindi sta cambiando, forse grazie alla maggiore consapevolezza della popolazione. Un calo certo, su valori però ancora troppo alti. Qualora il dato si fermasse a 1,75 vorrebbe dire che tra circa quindici giorni si arriverebbe a mille pazienti in terapia intensiva. Nel caso scendesse a 1,50 si parlerebbe invece di 800 persone. Fondamentale quindi riuscire ad abbassarlo il più possibile. E qui entra in gioco la responsabilità di ogni cittadino. La scorsa primavera, in pieno lockdown, si riuscì ad abbassare in due settimane.
L’ultima previsione, riferita alla fine di ottobre, parlava di un possibile aumento di ricoverati in terapia intensiva di 600 unità. Siamo invece arrivati a 392, da dire però che la concentrazione si trova a Milano e provincia. Proprio per questo motivo la Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia sta lavorando per riuscire ad avere almeno 750 posti letto e rispondere quindi a possibili ricoveri nei prossimi quindici giorni.
Le città che preoccupano in Lombardia
Secondo i dati emessi, i nuovi ospedalizzati sono stati 628 e i pazienti dimessi 265. Avremmo potuto avere una media di 4mila nuovi positivi giornalieri solo a Milano, ma fortunatamente questo non è avvenuto. Il problema maggiore riguarda i pronto soccorso, presi d’assalto. Infatti, le chiamate al 118 sono aumentate negli ultimi 15 giorni, così come le code di ambulanze davanti alle strutture ospedaliere, con a bordo soprattutto soggetti con problemi respiratori.
Milano è stabile da qualche giorno, mentre invece a preoccupare sono adesso Monza, Lecco, Varese e Como.Il dato di ieri relativo ai nuovi positivi nella provincia di Milano, 3.730, parlava di 1.451 soggetti di età compresa tra i 25 e i 49 anni. Mentre altri 481 erano minorenni. In questa ottica ben venga la chiusura dei locali alle 18, il coprifuoco e la didattica a distanza per gli studenti delle scuole superiori, tutti provvedimenti che tendono a evitare contagi tra i più giovani. Che rischiano poi di portare il virus tra le quattro mura domestiche e contagiare i parenti anziani. Il dato dei contagi tra gli under18 ha un costante, anche se lento, aumento a partire dalla fine dello scorso lockdown.
Mentre quello che guarda la curva degli over65, i soggetti considerati più fragili e quindi a rischio, vedeva un netto calo dall’inizio di aprile, che ha però ricominciato a salire dalla metà di settembre, andando a sovrapporsi a quello più giovane.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
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