Difficile vedere una luce in fondo al tunnel della crisi. Imprese e famiglie tirano la cinghia, si adattano come nella migliore tradizione italiana, e stavolta è davvero dura. Lo confermano gli ultimi dati raccolti dalle Camere di Commercio, ed elaborati da Unioncamere, su cambiali e assegni. Dati che confermano le difficoltà a onorare gli impegni economici, anche per importi più modesti che in passato. La classifica regionale per gli importi totali dei protesti vede al primo posto la Lombardia con oltre 192 milioni di euro, seguita dal Lazio (187 milioni), e dalla Campania (161 milioni). Nella classifica provinciale Roma è al top per importi totali degli effetti protestati (con 145.223.422 euro), seguita da Milano (99.373.101). «Siamo in una situazione di stabilità critica - sintetizza Walter Galbusera della Uil - non vedo segnali di un crollo drammatico ma neanche di particolari inversioni di tendenza. «In effetti - conferma anche Gigi Petteni, segretario regionale della Cisl - i dati in nostro possesso sulla produzione, sull'occupazione e sulle aspettative delle imprese sono molto brutti.
«Manca liquidità, soprattutto per le piccole aziende, e per quelle che hanno avuto uno sviluppo eccezionale negli anni precedenti alla crisi ma una limitata patrimonializzazione» spiegaCarlo Alberto Panigo, presidente di Ascomfidi Lombardia e componente della giunta di Camera di commercio, che però ha riscontrato un lievissimo miglioramento nei primi mesi del 2012.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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