Elmi che andò alle Olimpiadi con Bud Spencer

Cerimonia domani alla piscina Cozzi per ricordare il nuotatore che fece i 200 a Melbourne

La storica Piscina Cozzi ha visto allenarsi grandi campioni e tra questi l'indimenticabile Guido Elmi che sarà ricordato domani alle 18 con la posa di una targa in suo onore.

Era il 1956 quando, allora ventunenne, si imbarcò emozionato e impaurito su quell'aereo che due giorni dopo lo avrebbe scaricato dall'altra parte del mondo, a Melbourne per la XVI Olimpiade. Il sogno di ogni atleta e il fatto che Elmi fosse tra i 134 atleti italiani era già di per sé straordinario. Ma la cosa davvero eccezionale è il modo in cui il traguardo fu raggiunto: perché aveva cominciato a nuotare solo a 16 anni e poi perché Milano non aveva una grande tradizione nel nuoto. Ma del suo talento si accorgono subito alla Rari Nantes, la prima società milanese esclusivamente natatoria. Vasca dopo vasca i tempi si abbassano e Guido inizia a gareggiare nei 200 stile libero ottenendo buoni risultati ai campionati nazionali e ai Giochi del Mediterraneo. A quel punto gli viene permesso di allenarsi da solo alla Cozzi la mattina, quando la piscina sarebbe chiusa. E proprio qui, nel tempio del nuoto milanese, il miracolo: il tempo che vale il biglietto per Melbourne.

Accanto a lui in Australia tre compagni eccezionali per la staffetta 4x200 stile libero: Angelo Romani, con cui c'è una grande amicizia, una leggenda da quando a New Haven negli Usa era stato il primo italiano a battere un primato europeo, quello dei 400 stile libero; poi Fritz Dennerlein che, madre romena e padre tedesco, fu contemporaneamente pallanuotista e nuotatore, arrivando in nazionale in entrambe le discipline; il terzo Paolo Galletti che, come Guido, primeggia sulle lunghe distanze. Tra i membri della spedizione olimpica c'è anche Carlo Pedersoli, Bud Spencer, per i 100 stile. I magnifici 4 della staffetta italiana riusciranno nell'impresa di raggiungere la finale, Guido tornerà a casa senza medaglie ma avendo contribuito ad un risultato che l'Italia non coglieva dal 1920.

Quella spedizione olimpica fu l'unica per Guido che purtroppo poco dopo a causa della morte del padre dovette lasciare il nuoto agonistico per lavorare a tempo pieno.

Non abbandonò mai il nuoto però, continuando per tutta la vita a macinare vasche in quella piscina Cozzi dove era entrato da ragazzo e uscito da campione. E per questo Milanosport ha deciso di affiggere proprio al suo interno una targa che legherà la storia dell'impianto a quella di questo grande atleta milanese e italiano.

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