In mezzo a tanti super lettori, con lunghe liste di romanzi e saggi da proporre all'attenzione, c'è anche chi si dichiara beatamente libero da libri. «Sono in Corsica in moto. Quest'anno ho dimenticato tutto a casa e non sto leggendo niente» dice senza giri di parole Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro. Vezzo teatrale e un po' snob? Lui nega e allora non rimane da pensare che quando la vita scorre in mezzo a fiumi di parole, siano copioni o chiacchiere oppure kermesse e recital, agosto significa azzerare il cervello e buttarsi in mezzo alla natura per fare pulizia dentro.
«Non leggo adesso, in vacanza, ma a casa sto leggendo Georges Simenon - spiega Escobar - perché lo considero tra i più grandi intellettuali del secolo scorso». E allora con tutto il lavorìo di Maigret non gli manca certo come nutrire la mente. Di ritorno dalla Corsica, è già sulla scrivania un libro da leggere per lavoro. Si tratta di Babel di Zygmunt Baumann, immersione nella società liquida declinata dentro i paradossi e le contraddizioni della democrazia.
«Lo presenteremo a Milano e devo dire che io mi sento di rivedere un po' l'idea di fondo - dice Escobar -. Si parla di un passato che non c'è più e di un futuro che non c'è ancora. Io capovolgo, perché penso il contrario...». Accanto alla ginnastica di Baumann, lo stretching di Simenon. Sia chiaro, dopo la pausa.