Dopo l'ennesimo rogo di un impianto di trattamento dei rifiuti, a Settimo Milanese, le reazioni si moltiplicano. E sono di segno diverso. Qualcuno evoca una nuova «terra dei fuochi», magari per esorcizzare uno scenario simile. Il commissario della Lega di Milano, Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo alla Camera, annuncia un'interrogazione al ministro dell'Ambiente, Sergio Costa: «Attendiamo fiduciosi l'esito delle indagini. Non vorremmo che qualcuno avesse deciso di trasformare la periferia milanese in una nuova terra dei fuochi». Interroga il ministro ed evoca la terra dei fuochi, anche Francesco Laforgia. Per il senatore milanese di Leu è «l'ennesimo di una lunga serie di episodi che fa di questo territorio una nuova drammatica terra dei fuochi su cui c'è bisogno di fare chiarezza». Ma che la Lombardia possa essere paragonata a un'area di rifiuti interrati e dolosamente incendiati, il presidente della Regione Attilio Fontana lo esclude categoricamente. «Prima di fare affermazioni di questo genere - dice - bisogna capire le indagini a cosa porteranno. Sembra che l'azienda in questione abbia subito una serie di controlli negli ultimi mesi, quindi bisogna valutare prima di essere certi nel gettare subito queste facili affermazioni di terrore».
L'incendio di Settimo ha coinciso con la presentazione discussione, in Consiglio regionale, dell'indagine conoscitiva su «stoccaggio e traffico di rifiuti in relazione all'aumento dei casi di incendio» condotta dalla Commissione speciale Antimafia del Consiglio presieduta da Monica Forte (5 Stelle. Dato di partenza, il fatto che il fenomeno stia assumendo «una dimensione significativa». Citando la commissione parlamentare d'inchiesta dall'estate 2015 alla primavera 2017 sono stati calcolati «ben nove incendi fotocopia» a impianti di trattamento nella sola provincia di Milano, con roghi del genere a Lainate, Bruzzano, Cinisello Balsamo, Senago, Novate Milanese, e Cornaredo, senza contare le escalation di Pavia e Brescia. Considerando l'intera regione il conto sale a trenta. Ma Forte è partita dalla premessa «che il territorio lombardo soffre di radicamenti mafiosi in ogni provincia e che esistono attività lecite infiltrate dalla criminalità organizzata».
Diverse premesse e conclusioni di Luca Squeri, deputato di Fi: «Il veto del M5S alla termovalorizzazione non recuperabili -dice - non farà che peggiorare la situazione dei roghi incontrollati e aggravare l'emergenza». Intanto, è al lavoro la commissione speciale sui rifiuti in Lombardia, proposta da Viviana Beccalossi e presieduta da Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti). E proprio in questi giorni sta svolgendo attività di approfondimento in Lombardia la commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse ai rifiuti.
«I traffici illeciti sono un fenomeno mutevole, che va monitorato con molta attenzione - ha detto il presidente Stefano Vignaroli, anch'esso 5 Stelle - Uno dei punti fondamentali riguarda proprio la mancanza di sbocchi commerciali per questi rifiuti».
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