Expo, allerta sicurezza Maroni attacca: «Governo immobile»

Il 2015 potrebbe diventare un obiettivo dei terroristi Il ministro della Difesa Pinotti: «L'attenzione è seria»

Roma e l'Italia nel mirino dell'Isis, dice il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. «Non mi pare che il governo stia facendo granché» replica polemico il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Anche perché proprio da Milano parte un nuovo stato di allerta sicurezza in vista dell'Expo e a sollevare il caso è un altro esponente del governo, cioè il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. L'Expo 2015 è oggetto di un'«attenzione seria e meticolosa» per il rischio di attentati terroristici, dice Pinotti, in città per la riunione informale dei ministri della Difesa dell'Unione europea.

Non si può parlare d'allarme, perché non ci sono ragioni specifiche per pensare a un attentato terroristico durante i sei mesi dell'Esposizione universale. E però il grande evento dell'Expo 2015, i milioni di visitatori attesi, la situazione internazionale sempre più esplosiva e l'espansione delle velleità dell'Is, il Califfato che si è autoproclamato in Iraq, le vicende drammatiche della Siria, il focolaio dell'Ucraina, tutte queste ragioni disegnano uno scenario di preoccupazione. È in sintesi il ragionamento della Pinotti.

«C'è allerta, un lavoro serio, ma non credo sia il caso di creare allarmismi. Ovviamente laddove c'è un'attenzione particolare che il mondo può dare per un evento come l'Expo, ci devono essere attenzioni particolari per la sicurezza, ma non abbiamo oggi un particolare allarmismo. Io lo inserirei nel quadro delle preoccupazioni generali» le parole del ministro. Allargando gli orizzonti, il ministro sottolinea come le crisi «senza precedenti» in Ucraina, in Iraq e Siria hanno una caratteristica comune: «Sono una minaccia alla nostra sicurezza e ai nostri valori e principi condivisi». Pinotti tenta comunque di tranquillizzare gli animi: «Guarderei all'evento di maggio per il buono che può portare, non ingigantirei la situazione».

Molto polemico Roberto Maroni. «Mi pare che il governo non stia facendo un granché» dice l'ex ministro dell'Interno. E aggiunge: «C'è preoccupazione perché l'allarme va bene, però bisogna mettere in atto le misure adeguate per contrastare e prevenire questi fenomeni di terrorismo». Non basta: «L'invasione di clandestini a cui assistiamo quotidianamente - dice il presidente della Regione - è uno dei passaggi che possono portare in Italia terroristi e quindi bisogna bloccare l'immigrazione clandestina se si vuole davvero prevenire il terrorismo».

Tra i temi in discussione la richiesta di Palazzo Marino di aprire un ambulatorio in Stazione Centrale per i profughi. Il Pd ha presentato una mozione in Regione, bocciata dal centrodestra. L'assessore comunale Pierfrancesco Majorino definisce il comportamento della Regione «ancora una volta assurdo e privo di senso». Forza Italia, Ncd e Fdi ricordano che esiste già un presidio medico e che comunque i controlli toccano a chi fa la prima accoglienza in territorio italiano.

E uno stop deciso arriva anche dai Popolari per l'Italia. «La Stazione Centrale non può diventare un Lazzaretto! - sostiene la coordinatrice Maria Teresa Baldini -. Noi cittadini milanesi non possiamo sobbarcarci queste spese». Insomma, un clima non proprio sereno e pacifico.

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