Faticoso destino quello dell'Expo, fin dal suo primo giorno più campo di battaglia che cantiere. Meraviglioso esempio del genio italico, ma anche ennesima rappresentazione plastica della nostra incapacità di sottostare alla disciplina di squadra indispensabile per organizzare eventi di questa portata. Per non parlare della difficoltà (o impossibilità) di evitare il transito di appalti e progetti dalle scrivanie dei magistrati.
«Qua bisognerebbe sapere chi deve dirigere la baracca». La dice spiccia il presidente di Infrastrutture lombarde Paolo Besozzi il giorno dopo il blitz del commissario Expo Giuseppe Sala che ha assegnato una commessa da 7,5 milioni di euro per la direzione dei lavori a Italferr, Gruppo Ferrovie dello Stato. Un decisione che Ilspa, società interamente partecipata da Regione Lombardia, dice di aver appreso soltanto «dalle agenzie di stampa». L'ennesimo scontro su Expo a cui è costretta a partecipare anche Metropolitana milanese, la società di ingegneria interamente partecipata dal Comune. E proprio in Comuneieri si è respirata parecchia contrarietà per la decisione di Sala che dovrebbe ridimensionare anche i suoi impegni. Così come la decisione non è piaciuta in Regione.
Particolarmente indicativo di quanto sia aspro lo scontro, un passaggio della lettera inviata da Besozzi a Sala e al responsabile unico del procedimento di Expo Carlo Chiesa per sottolineare «l'irrilevanza delle vicende giudiziarie sulle prestazioni professionali fornite». Così come ieri Mm ha voluto precisare che «nulla è cambiato nei suoi contratti in essere». Chiaro l'attacco alla possibilità che l'arrivo di Italferr possa ridimensionarne il ruolo. Ricordando che «Mm anche in un momento di situazione molto critica dovuta a note vicende, ha costantemente supportato Expo 2015 presidiando le attività di Direzione lavori e Sicurezza di cantiere con una presenza in loco di una squadra potenziata con oltre sessanta tecnici». Chiaro il riferimento al suo ruolo nel giorni dell'arresto del top manager di Expo Angelo Paris coinvolto nell'inchiesta per la presunta cupola degli appalti, ma anche ai guai giudiziari dell'ex direttore generale di Ilspa Antonio Rognoni. Anche se su questo punto la posizione della società è piuttosto chiara. «Di questi tempi si parla tanto dei problemi di Rognoni - attacca Besozzi -, ma dopo due giorni noi avevamo già nominato il nuovo direttore dei lavori. Paris è stato arrestato l'8 maggio e per scegliere il nuovo rup abbiamo dovuto aspettare luglio. Chiaro che se manca chi deve coordinare, qualche sbandamento c'è. E la colpa non è di chi come noi sta lavorando, ma forse di chi non c'è». Parole dure.
«Ilspa sa benissimo come si lavora - dice Besozzi - Tutte le nostre opere in perfetta linea con i tempi stanno lì a dimostrarlo: la strada per Expo, la BreBeMi aperta, la Tem che si aprirà». Adesso? «Bisogna solo capire chi si deve assumere le responsabilità. E i contratti vanno rispettati, il resto sono solo chiacchiere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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