«Expo, sottovalutata la corruzione»

«Expo, sottovalutata la corruzione»

La stella rossa Sanpellegrino sulle etichette di una bottiglia special edition distribuita in 150 milioni di esemplari in ottanta Paesi in tutto il mondo ne faranno l'acqua ufficiale dell'Expo e del Padiglione Italia. Contratto da 5 milioni di euro e una piazzetta dedicata. Ma ieri è stata anche la giornata del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone arrivato in prefettura per insediare l'Unità operativa speciale per Expo che «lo coadiuvi nei compiti di controllo e vigilanza sulla correttezza e trasparenza delle procedure» come stabilito con la delibera del 25 giugno già pubblicata sul sito dell'Autorità. Sito internet nel quale una sezione ora dedicata proprio all'attività di controllo su Expo. Con Cantone che ieri ha detto che «il primo punto su cui ci si è preoccupati è stato il meccanismo delle infiltrazioni mafiose» perché «si è scoperto che la Lombardia, a lungo considerata mafia free, purtroppo mafia free non è». Ma questo ha portato a una «sottovalutazione della corruzione» che tuttavia «non c'è stata solo per Expo, ma negli ultimi anni ha riguardato l'intero sistema nazionale». E proprio per questo «la corruzione non solo non è stata debellata, ma lavorava indisturbata. Non solo in Expo».
Secca la replica del commissario Expo Giuseppe Sala per il quale la corruzione «non è stata sottovalutata, poi i problemi spesso accadono. Certo, l'arrivo di Cantone e dei suoi poteri ci mette finalmente in condizione di agire con più rapidità». Meno soddisfatto il governatore Roberto Maroni che ieri ha ricevuto Cantone: «Avrei preferito per lui poteri più ficcanti, ma così ha deciso il governo. Il decreto fantasma finalmente è arrivato, ma ora è una corsa contro il tempo». Per Diana Bracco, invece, l'arrivo di Cantone consentirà di «andare avanti molto velocemente», ma soprattutto avendo «la sicurezza di muoverci sui giusti binari».
Per quanto riguarda l'Unità operativa, sarà formata da un ufficio di staff del presidente per gli aspetti giuridici e da uno destinato ai compiti di vigilanza composto da tre sottufficiali della guardia di finanza e da un colonnello che dovrà svolgere «attività di controllo di atti e documenti» utilizzando anche le banche dati dell'Avcp, l'Authority degli appalti.
«Sul passato non sono in grado di esprimermi - ha spiegato ieri Cantone a fianco del prefetto Paolo Francesco Tronca - Stiamo facendo un'analisi dei contratti segnalati nella relazione dell'Autorità di vigilanza dei contratti pubblici e abbiamo chiesto spiegazioni a Expo». Duro il giudizio, perché per Cantone «molti di questi non erano chiari». Non solo. «Era poco comprensibile il livello di trasparenza» e «in alcuni casi non si capivano gli importi o come venivano affidati».

Tra i primi atti, la possibilità di commissariare società finte nelle indagini, ma senza bloccare i lavori. E per il futuro l'inserimento «in tutti i contratti la norma della legge Severino che prevede la revoca dell'appalto in condizione di gravi violazioni».

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