La sua conferenza stampa a Palazzo Marino si è trasformata in un incontro pubblico dei comitati di quartiere, rappresentati da cittadini delusi, preoccupati per il degrado della città e arrabbiati con le istituzioni. Gabriele Ghezzi, consigliere comunale, ha deciso di farsi interprete di questo allarme che serpeggia (soprattutto, ma non solo) nelle periferie. Il problema, per il centrosinistra milanese, è che Ghezzi è un iscritto al gruppo comunale del Pd (anche se è uscito dal partito per protesta) e presidente della commissione Sicurezza. E ora ha deciso di preparare una lista civica fuori dagli schieramenti. E, con i comitati, lavora a una manifestazione, che potrebbe coincidere con i giorni di chiusura dell'Expo. Sì perché, l'esposizione universale organizzata a Rho è uno dei motivi di delusione di Ghezzi - e dei suoi elettori - nei confronti di chi amministra, da palazzi diversi, la città. Si è parlato, per esempio, della imminente partenza (direzione Roma, Giubileo) di tutti gli agenti «in più» inviati per Expo. Gli stessi che il Comune e i candidati del centrosinistra vorrebbero trattenere Milano.
«Hanno voluto mettere in sicurezza l'Expo, più della città - ha detto Ghezzi - l'Expo è stata una grande opportunità? Forse per Sala e per i tecnocrati». Critiche anche per Lele Fiano e Stefano Boeri (per la sua iniziativa sulle «periferie al centro»). E così sono stati stroncati due-tre candidati alla carica di sindaco di Milano. La prospettiva, infatti, è «dimettere» dentro le urne chi non si può far dimettere in Comune. «La città è desertificata - ha detto Ghezzi. Non si vedono più i bambini nei parchi». Solo abusivi, balordi, occupanti. Un quadro allarmante, tracciato da chi, a Palazzo Marino, presiede la commissione che per statuto deve elaborare le linee del Consiglio in tema di sicurezza. E il convitato di pietra dell'incontro è stato ovviamente l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli (altro Pd). «Cade dalle nuvole» ha detto uno dei cittadini. Granelli è stato citato praticamente in ogni intervento dei comitati, che hanno sottolineato impietosamente l'assenza, l'inefficacia, l'inadeguatezza di chi avrebbe compiti concreti, per delega del sindaco. Il sindaco, Giuliano Pisapia, un'altra istituzione chiamata in causa, se è vero che Ghezzi ha dichiarato, a proposito del «perenne stato di emergenza» della città, che «manca una visione politica sul tema», una visione che «dovrebbe legittimare» la «rappresentanza dei cittadini». E fra gli addebiti rivolti a chi nel Palazzo ha poteri amministrativi veri (e non solo di indirizzo) c'è anche la mancanza di un lavoro di «pungolo» nei confronti della prefettura, a cui Ghezzi rimprovera mancate risposte. È venuta fuori anche l'idea (molto concreta) di una manifestazione, magari un sit-in silenzioso davanti al Palazzo del governo. Ed è emersa, certo, anche la visione «di sinistra» del presidente (ex) Pd: un'idea di sicurezza rivendicata «complessiva», «partecipata» in cui le stesse pattuglie miste non sono viste di buon occhio (mentre un cittadino e consigliere di zona 2 ha tirato in ballo il no di Pisapia all'esercito in strada come una sorta di «peccato originale» questa giunta).
Di certo, i cittadini riuniti in Comune nono guardano
ai colori. Sono esasperati. Denunciano minacce, sporcizia, paura. «Una situazione devastante, pericolosa». «Per mangiare pizza devo andare alle 18 per essere alle 19.30 a casa - ha detto una donna - a noi chi ci difende?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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