È febbre da primarie: gli assessori si scaldano (a insaputa di Pisapia)

Majorino cerca supporto tra vendoliani e Sinistradem La De Cesaris insidia Ambrosoli sui voti degli arancioni

«É fuori tempo massimo. Sa che alcuni suoi assessori stanno già facendo incontri e valutazioni, è il segreto di Pulcinella». Il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati non può commentare altrimenti l'uscita di Giuliano Pisapia due sere fa. Mentre inaugurava la nuova passeggiata sui tetti della Galleria, il sindaco ha mostrato di camminare sulle nuvole. O di saper fingere benissimo. Tra i papabili candidata alle primarie del centrosinistra per il 2016 c'è anche la sua vice Ada Lucia De Cesaris. «Finora nessuno mi ha avvisato di questa ipotesi, la leggo sui giornali ma non ne so assolutamente niente. Ho chiesto ai miei assessori, qualora intendessero candidarsi, di avvisarmi per primo, per correttezza istituzionale» ha risposto Pisapia. La prendiamo per buona. E quindi, diciamo pure che a sua insaputa anche l'assessore Pd al Welfare Pierfrancesco Majorino è già lanciatissimo per prendere il suo posto a Palazzo Marino. Sta lavorando con Onorio Rosati e altri esponenti della Sinistradem alla lista di sostegno per le primarie, manca solo l'ufficializzazione. E l'ordine di partito del resto è stato di tenersi abbottonati (almeno) fino al primo giugno: subito dopo la tornata delle regionali e amministrative ci saranno gli scatti in avanti. Majorino gode dell'appoggio di Sel e della sinistra radicale, il vicesindaco è più vicina all'ala del premier e al movimento arancione che nel 2011 supportò Pisapia. «Ideologo» di quel movimento si è definito da allora l'assessore al Commercio Franco D'Alfonso, che ha già posto un veto sulla prossima candidatura: «Il movimento appoggerà solo un nome che garantisca la continuità con il nuovo modo di fare politica instaurato da Pisapia. Penso a un assessore della giunta o ad un esponente delle società partecipate». Nell'ipotesi che scenda in campo Umberto Ambrosoli, ha già avvertito: «Non lo voterei perché insiste sulla discontinuità». Il nome della De Cesaris metterebbe in difficoltà l'avvocato, ex sfidante di Roberto Maroni nel 2013 e coordinatore del centrosinistra in Regione. E ieri persino la capogruppo della sua lista civica al Pirellone, Lucia Castellano, ha sostenuto che il Pd ha bisogno di una lista civica a forte a supporto ma non si è sprecata sul nome di Ambrosoli: «É persona degnissima, ma è il momento di pensare ai programmi non ai nomi». Ambrosoli invece sta scaldando i motori: ha inaugurato lunedì scorso il ciclo di «Dialoghi sulla città», pare abbia già commissionato un sondaggio sull'appeal tra gli elettori. Incasserebbe, al contrario di Majorino, il sostegno del mondo cattolico. Un mondo che, nella prossimo mandato, dovrà rinunciare a 3 pezzi forti nel Pd: Andrea Fanzago, Marco Cormio e Natale Comotti hanno superato i 2 mandati in Consiglio e non potranno ricandidarsi.

Il segretario Dem ieri ha invece ribadito l'Expottimismo del partito e del premier e mandato un ultimo avviso alla sinistra radicale.

Basilio Rizzo, che giorni fa ha attaccato di nuovo l'evento, «deve capire se vuol far parte nel prossimo futuro (ossia nel prossimo mandato, ndr.) di un progetto di governo del centrosinistra che rappresenta il fare o del comitatismo del no».

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