«Non ho ancora deciso se partecipare alla Festa democratica». Letizia Moratti non scioglie la riserva sulla sua presenza a quella che una volta si chiamava Festa dellUnità e che questanno nasce sotto la bandiera dello scontro congressuale in vista delle primarie per la segreteria del Pd, cioè un appuntamento di partito molto risucchiato dalle logiche interne. I collaboratori della Moratti assicurano che la sua agenda è piena e quindi il sindaco potrebbe non andare al Palasharp, dove la Festa del Pd andrà avanti fino al 21 settembre. Gli inviti arrivati dagli organizzatori al sindaco sono stati piuttosto rudi dopo che la Moratti aveva fatto sapere di volersi consultare con Berlusconi prima di decidere, dopo che il premier si era sentito offeso da alcuni interventi avvenuti durante la festa nazionale del Pd di Genova. «Se deve chiedere il lasciapassare può rimanere a Palazzo Marino», la critica del segretario provinciale del Pd, Ezio Casati.
La Moratti ha ribadito la propria incertezza dopo aver presenziato in piazza Diaz alla cerimonia di commemorazione della morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie, Emanuela Setti Carraro, assassinati dalla mafia ventisette anni fa: «Anche questanno siamo qua per confermare la gratitudine di Milano a un grande servitore dello Stato, compito che ha interpretato fino in fondo, fino al sacrificio della sua stessa vita».
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