Feste amare per le imprese: licenziamenti in aumento

«Incremento della cassa integrazione e del cuneo fiscale, produttività a picco, persistenza delle difficoltà delle imprese ben rappresentata dall'incidenza del flusso di nuove sofferenze sui prestiti bancari. A dicembre, gli imprenditori hanno chiuso l'anno con segno meno, il primo trimestre del 2013 non è certo caratterizzato da una diminuzione delle difficoltà vissute dalle pmi manifatturiere. Anzi, i dati evidenziano un peggioramento della situazione e l'incertezza politica a livello nazionale di certo non fa ben sperare gli imprenditori». Così Paolo Galassi, presidente di Confapi industria, l'associazione delle pmi delle province di Milano, Monza, Lodi, Pavia e Bergamo, commenta i dati emersi dal servizio relazioni Industriali che preannunciano una Pasqua tutt'altro che serena. Solamente nel corso dei primi tre mesi dell'anno le aziende che hanno fatto ricorso alla procedura della cassa integrazione sono il 30% del numero totale raggiunto nel corso del 2012. Oltre 890mila ore di cassa per quasi duemila lavoratori interessati. «Le aziende sono allo stremo - aggiunge Paolo Galassi - Stanno cercando in ogni modo di far fronte alla crisi che da troppi anni le stritola in una morsa che non si allenta e anche le aziende sotto i 15 dipendenti, che finora hanno salvaguardato l'occupazione, sono state duramente colpite». Un altro dato preoccupante è quello che arriva dalla Fiom-Cgil: nel primo trimestre dell'anno il settore metalmeccanico ha perso 2.494 posti di lavoro in Lombardia registrando un aumento del 15% rispetto all'analogo periodo del 2012.

La provincia più colpita è Milano, con 862 licenziamenti, pari al 34 per cento del totale, seguita da Bergamo (432 licenziamenti, 17% del totale), Brescia (317 licenziamenti, 12% del totale) e da Monza (234, 9% del totale).