Un festival più grande. Ora Milano con MiTo guarda ai suoi "Futuri"

Rassegna al via l'8 settembre al Dal Verme con 126 eventi. Sala: "C'è voglia di ripresa"

Un festival più grande. Ora Milano con MiTo guarda ai suoi "Futuri"

Non solo «rinascita», sarà anche e soprattutto il MiTo dei «Futuri». Stiamo parlando del festival musicale di settembre che è stato presentato ieri: tra Milano e Torino, dall'8 al 26 con artisti da tutta Europa. «Un festival inclusivo», sia per i luoghi - l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno a proposito racconta i quartieri, dalla Barona allo Stadera (ma non solo periferie) - sia per i prezzi dei biglietti, dai 3 ai 35 euro; accessibili un po' a tutti, grazie anche a Comuni e sponsor come Banca Intesa Sanpaolo.

Alla conferenza i due sindaci, Giuseppe Sala («le cose buone devono essere riproposte e per Milano MiTo è molto importante; c'è una gran voglia di ripresa e settembre sarà straordinario»); e per Torino Chiara Appendino. E ancora, il quartiere generale con la presidente Anna Gastel e il direttore Nicola Campogrande. «I concerti - spiega lui - sono 126, cifra ben diversa da quella dell'anno scorso, quando riuscimmo a organizzarne 80». Sul titolo chiarisce: «Futuri, perché è avanti che si vuole guardare», pure con «compositori viventi che ci fanno assaggiare il futuro e altri compositori, del passato, che hanno influenzato il futuro stesso». E se l'inaugurazione - a Milano al Teatro Dal Verme - è affidata a una compagine torinese (8 settembre, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai col direttore Fabio Luisi e il pianista Francesco Piemontesi; in programma «Subito con forza» della compositrice coreana Unsuk Chin, il Concerto n. 25 in do maggiore KV 503 di Mozart e la Sinfonia n. 8 di Beethoven), il gran finale sarà celebrato nella città di Torino, con un complesso milanese: domenica 26 all'Auditorium del Lingotto, la Filarmonica della Scala guidata dal suo direttore Riccardo Chailly. In cartellone, due altissime pagine romantiche, ovvero la Sinfonia «Italiana» di Mendelssohn e la Sinfonia n. 4 in re minore di Schumann. Fa (anche un po') da Cicerone il direttore-compositore Campogrande, che snocciola nomi e date. Qualche esempio.

Da ascoltare il tenore inglese Ian Bostridge col pianista jazz Brad Mehldau che ha composto per lui una raccolta di Lieder sul tema del desiderio, della passione e dell'amore (9 settembre a Milano); la leggenda del pianoforte Ivo Pogorelich (14 e 15 settembre). Tornano i cori e i concerti per i bambini, come ha ricordato la presidente Anna Gastel: «Mi piace sottolineare la dimensione sociale che da sempre caratterizza il festival, compresa l'attenzione verso i più piccoli, con spettacoli a loro dedicati, nei fine settimana».

Infine «per le due metropoli il budget è di 3 milioni e 700mila euro, dunque per ogni città 1 milione e 800mila euro - conclude Del Corno - Milano e Torino conferiscono risorse in forma diretta o indiretta per 1 milione e poi ci sono i proventi degli sponsor e gli incassi della biglietteria». Questa edizione sarà dedicata a Fiorenzo Alfieri, assessore alla Cultura di Torino recentemente scomparso.

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