Il bar Kobob Star ha chiuso da circa un mese per spaccio. Poco più in là, di fronte all'Atomic bar, c'è un centro massaggi cinese con i sigilli: prostituzione. All'angolo e lungo i muri dei palazzi strisce e odore di urina. «Non è dei cani, è umana. Hanno scambiato le nostre case per un pisciatoio».
Benvenuti in via Felice Casati, all'ombra del grattacielo di via Vittor Pisani e a pochi metri dalla stazione Centrale. Una zona bene, dove abitano parecchi vip e dove un metro quadrato vale attorno ai 5mila euro. L'ex quartiere ebraico, che si snoda attorno alla sinagoga, a palazzine alto borghesi e a negozi di antiquariato, non è più quello di una volta.
Ora convive con bivacchi, scritte spray su ogni muro (senza che sia risparmiato nemmeno un numero civico), risse e schiamazzi notturni. La zona è in ostaggio di gruppi di stranieri, per lo più africani, che sembrano non aver molta voglia di convivere con i milanesi e se ne fregano altamente delle regole del buon vicinato. Dal primo pomeriggio fino alle 5 del mattino si piazzano in capannelli di trenta, quaranta persone sui marciapiedi di fronte a un negozio di alimentari con la bottiglia dei superalcolici in mano, sempre. Le clienti di un centro estetico lì vicino ci pensano bene prima di passare in mezzo al gruppo, pronto ad apprezzamenti un po' troppo pesanti e, una volta scese alla fermata di Repubblica, fanno il giro «largo».
«La situazione è diventata invivibile - spiega Norberto, residente al civico 36 - qui non si dorme più. Ci sono schiamazzi tutta la notte, musica alta, c'è un degrado totale». Ogni tanto, quando scatta la rissa, arrivano le forze dell'ordine e trovano di tutto, a cominciare dalla droga. «Guardi - interviene Dino, residente dello stabile sopra al bar Kobob - le potrei indicare gli spacciatori, uno per uno». Lui, sposato con la custode del palazzo, conosce per filo e per segno i movimenti del giro della droga di via Casati, convive ogni sera con la musica a tutto volume che proviene dal bar e dal negozio di alimentari e non riesce nemmeno a gustarsi un film in tv in santa pace.
All'ultima riunione di condominio, il proprietario del bar ha denunciato una bolletta dell'acqua sospetta: 1.800 euro, nemmeno si fosse trattato di una palestra. «Ci credo - insorge Dino - quando il bar è chiuso, dentro restano a dormire in dieci, venti, chissà quanti. Si lavano e mangiano lì, a qualsiasi ora». Idem al market etnico di fianco. «Abbassano la serranda e ci vivono in chissà quanti».
Nello stabile di fronte, dove ci sono appartamenti intestati a una società riconducibile a Mario Chiesa, pochi giorni sono stati scoperti numerosi cinesi che abitavano, abusivamente e in massa, in quattro stanze. «Anche i cinesi ci fanno un po' paura - denuncia Norberto - i centri massaggi stanno aumentando, solo in via Napo Torriani sono una trentina. E il problema è che i cinesi si stanno comprando anche gli immobili in cui hanno aperto le attività. Non vorrei fossimo destinati a diventare un'altra via Sarpi».
Gli stessi problemi di degrado e sicurezza ci sono in via Settembrini, Mario Macchi e via Vitruvio. I residenti hanno segnalato più volte la situazione al Comune ma non hanno ottenuto risposte. Ad affiancarli nella loro richiesta di quieto vivere sono invece i rappresentanti della Lega in Consiglio regionale: il presidente dell'aula Fabrizio Cecchetti e il segretario provinciale Igor Iezzi. «Quello che sta accadendo - spiega Cecchetti - è anche frutto del disinteresse di Palazzo Marino.
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