«Finiamola con i finti moralisti»

Ora c'è anche il placet del presidente della Regione Lombardia e segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, sulla raccolta di firme per la cancellazione della legge Merlin. Due giorni fa, infatti, i consiglieri regionali di maggioranza al Pirellone - tutti tranne il Nuovo Centrodestra che è contrario - hanno depositato la richiesta di una consultazione popolare per rivedere una parte della legge che abolì nel 1958 le case chiuse. «È una iniziativa che ho seguito con interesse, sono d'accordo, è una cosa giusta». Maroni ha sottolineato che lo sfruttamento della prostituzione è un reato, ma non l'esercizio. «Non vedo perché non debba essere regolata una professione, un'attività che lo Stato considera legittima. Poi c'è un giudizio morale che uno può dare, ma è un'attività consentita e allora regolamentiamola in modo da toglierla dalle strade e contrastare più efficacemente lo sfruttamento facendo pagare anche le tasse che non guasta». Obiettivo «disciplinare l'esercizio del meretricio», arrivando a obbligare chi mette in vendita il proprio corpo a «rilasciare la relativa ricevuta fiscale ai propri clienti». «La prostituzione potrà essere esercitata solo in appartamento» e «saranno consentiti i controlli da parte della pubblica sicurezza o dell'autorità sanitaria», con il fine di «eliminare la presenza di prostitute dalle strade» e di «combattere la criminalità organizzata che oggi prospera attorno allo sfruttamento».
E il consiglio si è già diviso tra favorevoli e contrari.

Uno scenario già visto in Francia, dove il dibattito si è consumato con toni accesi tra lettera aperte, mobilitazioni di artisti e attori e raccolte firme, quando Parlamento ha approvato una legge che punisce con 1.500 euro di multa «chi richiede prestazioni sessuali a pagamento».

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