La pressione fiscale sulle imprese non cala. Resta alta per capannoni e uffici e proprio nel capoluogo regionale tocca livelli record fra i 250 Comuni compresi nel territorio di Milano, Monza-Brianza e Lodi.
È quel che emerge dal monitoraggio di Assolombarda sui tributi locali. L'indagine della Confindustria milanese, giunta alla quinta edizione, analizza la pressione fiscale esercitata dai Comuni, mettendo inoltre a confronto - per gli anni 2012-2016 - i valori delle imposte gravanti sugli immobili di impresa (Imu, Tasi, Tari, gli oneri di urbanizzazione) e l'addizionale Irpef.
Nel 2016 gli importi pagati in media da un'impresa localizzata in uno dei Comuni interessati dal monitoraggio sono complessivamente uguali a quelli pagati nel 2015, sia per i capannoni e sia per gli uffici. Considerati, invece, i cinque anni della rilevazione 2012-2016, gli uffici hanno visto aumentare la pressione fiscale complessivamente del +9,1%, pagando in media quasi 646 euro in più. Ancora più consistente l'incremento sui capannoni industriali pari al 9,6% con un aumento di circa 3.519 euro.
Milano è al primo posto per carico fiscale complessivo sulle imprese. Ed è in testa in ciascuna delle quattro voci esaminate (capannoni e uffici per un impresa esistente, e capannoni e uffici per una nuova impresa, quindi tasse annuali e oneri di urbanizzazione). Milano è seguita in classifica da Sesto San Giovanni, Paullo, Rozzano e Bollate, mentre Monza e Lodi si trovano rispettivamente al 19° e 31° posto. Milano è la città dove uffici e capannoni pagano più imposte locali con oltre 16mila euro (i primi) e 61mila euro (i secondi).
La situazione migliora, invece, allontanandosi dalla città metropolitana e dagli altri centri principali: non sorprende quindi che tra i comuni più virtuosi ci siano Castelnuovo Bocca d'Adda, Cornovecchio, Cavacurta, Orio Litta e Montanaso Lombardo.
L'Imu (aliquota media 0,95%) e la Tasi (aliquota media 0,07%) restano sostanzialmente stabili rispetto al 2015. «Un risultato - dicono ad Assolombarda - determinato anche dalla legge di stabilità per il 2016, che ha introdotto un blocco verso l'alto delle aliquote». «Va evidenziato, però - prosegue l'organizzazione degli industriali - che nessuna Amministrazione è intervenuta per rivedere le imposte al ribasso. E che dal 2012 al 2016 gli importi dovuti per Imu e Tasi sono cresciuti complessivamente dell'11,3% per gli uffici e del 22,1% per i capannoni». Anche gli oneri di urbanizzazione non hanno manifestato rilevanti scostamenti rispetto al 2015: +0,1% per gli uffici e +0,3% per i capannoni. Unica eccezione il Comune di Baranzate che ha ridotto gli oneri di quasi il 30%. In cinque anni l'incremento complessivo è stato, invece, di circa il 4% per entrambe le tipologie di immobili.
Un segnale positivo arriva poi dal fronte della Tari, che nel 2016 è calata, rispetto al 2015, in media dello 0,2% per gli uffici e dello 0,5% per i capannoni industriali; una tendenza consolidata per quanto riguarda i capannoni che, nel periodo 2012-2016, hanno visto diminuire del 13,5%la tassa sui rifiuti ma ancora da affermare per gli uffici che, nello stesso periodo, hanno pagato il 2,7% in più.Dall'analisi emerge, inoltre, che quasi la totalità dei comuni analizzati ha confermato le aliquote del 2015 sull'addizionale Irpef, tranne Cinisello Balsamo che l'ha ridotta dallo 0,8% allo 0,75%.
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