Flop dei parcheggi, la penale è di tre milioni

La società dovrà pagare la salata «sanzione» alla holding Arriva

Quando i tecnici contabili di Expo si sono messi a compilare il bilancio dell'Esposizione, hanno subito messo per iscritto una voce, inconfutabile. Una delle poche certezze dei conti della società. Si tratta dei tre milioni di euro di penale che il gruppo deve ad Arriva, la società che ha gestito la mobilità interna ed esterna al sito. Quel «meno tre milioni» è sempre stata un'uscita annunciata, ben prima che l'Esposizione finisse. E se fino alla fine di giugno si pensava fosse solamente un'ipotesi, alla metà di luglio è diventata cosa certa, impossibile da recuperare. Il contratto firmato con la holding di trasporti prometteva incassi pari (almeno) a 11 milioni di euro e provenienti dalle tariffe dei parcheggi attorno al sito espositivo. Ma non si è mai arrivati a tanto. Nel caso in cui Arriva non avesse raggiunto le somme calcolate a priori, Expo avrebbe dovuto pagare una penale di tre milioni di euro. E così sarà. Senza sfumature né interpretazioni. Bisogna solo determinare come e quando quella cifra verrà corrisposta. Dietro a quei tre milioni di penale non c'è solo un mancato guadagno. C'è uno degli errori di valutazione più clamorosi di tutta l'Esposizione: la gestione dei parcheggi. Lo staff aveva previsto due aree di sosta per le auto, i taxi e i pullman dei turisti: una all'ingresso di Merlata, che ha funzionato discretamente. Ed una più ampia (con ottimistiche distese di 11mila posti auto) ad Arese, a ridosso dell'ex Alfa Romeo. Inizialmente lasciare lì l'auto costava 12,20 euro per l'intera giornata. E si poteva raggiungere l'ingresso di Expo (quello meno comodo e più periferico) con un bus navetta gratuito. Peccato che quel mini viaggio in pullman aveva la durata di una ventina di minuti: anche se sulla mappa, in linea d'aria, il parcheggio di Arese era vicinissimo ad Expo, nella realtà ci si trovava a percorrere una strada scomoda e trafficata. Una parte di autostrada più una gimkana in mezzo a rotonde, stradine e cantieri in corso. Una soluzione scomoda, soprattutto per gli avventori dell'Expo serale. Tanto che, durante l'estate, il commissario unico Giuseppe Sala era corso ai ripari e aveva cambiato la strategia sui parcheggi, rendendoli gratuiti la sera. Si era ormai capito, dai budget parziali, che Arriva non avrebbe mai incassato le cifre calcolate all'inizio: tanto valeva attirare la gente e dare più appeal ai parcheggi auto salvando almeno - e incoraggiando - il flusso degli gli ingressi. E soprattutto senza rischiare di ammazzare definitivamente l'entrata Expo dal lato di Arese, quella considerata la Cenerentola degli ingressi. Da quel momento il numero delle auto è effettivamente aumentato (a giugno tra Merlata ed Arese i parcheggi sono stati 62.

580 mentre ad agosto sono saliti a 182mila, con picchi di 451mila a ottobre) ma gli incassi non sono arrivati a 11 milioni. Parecchia è stata la concorrenza dei parcheggi abusivi, quelli ricavati in aree sterrate e non custodite. Un po' improvvisati, ma sicuramente più vicini a Expo rispetto ad Arese. MaS

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