I contagi salgono, soprattutto a Milano. E i reparti milanesi chiedono di trasferire a pazienti in altre città. Certo, i reparti di terapia intensiva sono ancora lontani dall'incubo di marzo, e anche i contagiati «reali» sono meno numerosi, ma la temuta seconda ondata è in corso. «Per le terapie intensive la Lombardia è pronta», annuncia il governatore Attilio Fontana. E intanto critica il contenuto del nuovo Decreto governativo.
Il raffronto con marzo lo spiega Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario del «Galeazzi». «La situazione - dice - è diversa da quella iniziale. I contagiati reali, allora, erano dieci volte tanto il numero dei casi scoperti. «Ora - spiega - questi dati notificati, che sono sempre sottostimati, probabilmente sono di uno a due rispetto ai contagi reali». Quindi i contagiati veri sarebbero il doppio - non più un decimo - di quanto risulta. E un altro vantaggio sarebbe la scoperta di un maggior numero di casi effettivi, dato soprattutto dal numero di asintomatici tracciati. «La cosa molto positiva della situazione attuale è che una grande quota di soggetti che stiamo individuando sono gli asintomatici - dichiara Pregliasco - persone a cui la malattia non porta gravi problemi, anzi nessuno, ma restano comunque contagiosi, nonostante lo siano meno di chi ha una forte sintomatologia».
Ieri in Lombardia, con 17.186 tamponi effettuati, sono stati registrati 1.080 nuovi casi (104 «debolmente positivi») e 6 morti. La percentuale di tamponi positivi sul totale ieri si è attestata sul 6,2% (lunedì era al 4,9%, domenica al 6,6%, mentre poche settimane fa si aggirava sull'1%). I pazienti Covid in terapia intensiva sono aumentati di 12 unità (62) e i ricoverati in altri reparti sono 83 in più (il totale è 546). A oggi, insomma, si registra un ricoverato ogni 26 contagiati e un ricoverato in terapia intensiva ogni 230 contagiati (tre giorni fa c'era un ricoverato ogni 267 positivi). «La Lombardia è pronta più che tranquilla ha detto ieri il governatore, Attilio Fontana. «La mia tranquillità - ha aggiunto - sarà il giorno in cui mi si dirà che è finito il contagio e che non abbiamo dovuto utilizzare alcuna terapia intensiva, ma sicuramente siamo pronti».
La scuola, insieme alla stagionalità tipica delle forme influenzali, può aver influito sulla ripresa dei contagi. Nella settimana dal 5 all'11 ottobre l'Ats Milan ha ricevuto segnalazioni di 175 casi positivi nelle scuole del territorio: 147 alunni e 28 operatori scolastici. Gli isolati sono 2.895: 2.811 alunni e 84 operatori scolastici. E a proposito di scuola, Fontana è critico nel leggere, «finalmente», il Dpcm: «Prendo atto con rammarico - commenta - che non vengono affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi superiori e l'affollamento dei mezzi pubblici, laddove l'inizio delle scuole e la mobilità pubblica si sono rivelati due degli aspetti che più hanno influenzato l'aumento della curva epidemiologica».
«Verifico - aggiunge Fontana - che poco o nulla è stato recepito dal confronto tra i governatori dal quale erano emerse numerose osservazioni e richieste di miglioramento. Il provvedimento adottato dal Governo, nella versione finale, risulta essere confuso, contraddittorio e in molte sue parti inattuabile. Quindi il giudizio, nel suo complesso, non può che essere negativo».
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