Fontana e Besso insieme E intanto cresce l'intesa fra ebrei milanesi e Lega

Il presidente della Comunità e il candidato fianco a fianco a un evento sulla Memoria

Fontana e Besso insieme E intanto cresce l'intesa fra ebrei milanesi e Lega

Un incontro cordiale, da amici di lunga data che si fidano uno dell’altro. Attilio Fontana e Raffaele Besso ieri hanno assistito insieme a teatro a un evento inserito nel calendario ufficiale delle commemorazioni previste per la Giornata della memoria. Sono arrivati insieme, il candidato governatore del centrodestra e il co-presidente della Comunità ebraica di Milano. E dopo aver assistito all'intero spettacolo, dedicato alle scuole, Fontana ha ringraziato per l'invito, rilasciando una dichiarazione nettissima. Ha condannato le grida che in piazza Cavour, il 9 dicembre, hanno evocato «lo sterminio degli ebrei» e ha garantito tutto il suo impegno «contro ogni forma di negazionismo», schierandosi senza esitazioni dalla parte di Israele. «Lo Stato ebraico troverà sempre in me un appassionato difensore» ha detto. Un tasto dolente, per la sinistra, quello dei cortei animati a Milano dai centri islamici. Le parole di condanna del sindaco Beppe Sala e del Pd infatti, a molte sono parse tardive o rituali, tanto che sul caso si è resa necessaria una discussione ad hoc in Consiglio comunale.

L'appassionata difesa di Israele, fra l'altro, non è certo un inedito per Fontana. Dopo le polemiche suscitate dalle sue dichiarazioni a Radio Padania (dove aveva evocato la «razza bianca», per poi correggersi) Besso aveva dato un giudizio severo sulle sue parole, ma lo aveva anche difeso - a titolo personale - spiegando di considerarlo «una persona perbene» sul cui conto non intendeva cambiare idea. Fontana si era detto «profondamente colpito» da quella mano tesa e aveva colto l'occasione per far conoscere la sua antica amicizia per «un saggio amico di vecchia data» come Besso. Ma non solo: «La comunità ebraica - aveva aggiunto - è una risorsa inestimabile per Milano e per la Lombardia e io sarò sempre al loro fianco, e al fianco di Israele».

Sarebbe fuorviante pensare che dentro la comunità si ragioni con logiche politiche. Ma, anche se permangono alcune residue diffidenze per via di alcuni gruppi di destra da cui il Carroccio non avrebbe preso abbastanza le distanze, il «disgelo» è chiaro e non sorprende. La Lega infatti è schierata senza indugi con Israele. Matteo Salvini ha difeso la linea del presidente usa Donald Trump su Gerusalemme e Roberto Maroni ha condiviso un'intervista dell'ex presidente della Comunità, Walker Meghnagi, che sul «Giornale» aveva chiesto a Sala una condanna più netta dell'antisemitismo di matrice islamista. Anche il presidente di Zona 4 Paolo Bassi è decisamente filo israeliano.

L'idea dei rischi legati a un'indiscriminata immigrazione dai Paesi arabo-islamici, nella Lega è cruciale: il capogruppo Alessandro Morelli (che ha partecipato al corteo del 25 aprile con la Brigata ebraica) tre giorni fa ha letto con autentica esultanza l'intervista al «Corriere» dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: «Non siamo più soli! - ha commentato - Finalmente un rappresentante della Comunità ebraica parla delle preoccupazioni sull'invasione islamica e al rispetto di diritti e valori». I canali aperti non sono pochi, tant'è vero che Besso ieri era accompagnato dal presidente dell'associazione Lombardia-Israele, Enrico Mairov, mentre il vicepresidente, Max Ferrari, è nello staff elettorale di Fontana.

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