Forza Italia e Lega mobilitate, la sinistra attacca

Sit-in del Carroccio davanti alle Agenzie delle entrate. I gruppi di Bersani e Pisapia scatenati

I sindaci Pd sono favorevoli al referendum, i deputati democratici si dicono contrari, i partiti della sinistra sparano a palle incatenate contro il percorso dell'autonomia individuato dalla Regione. In vista del 22 ottobre è il solito caos in quello che era lo schieramento di centrosinistra. «Il referendum indetto dalla Regione Lombardia è una farsa» ha attaccato ieri Francesco Laforgia, milanese e presidente dei deputati di Mdp (gli scissionisti bersaniani ex Pd), parlando addirittura di «uno spreco irresponsabile di soldi pubblici e uno spot per Maroni pagato da noi». «Boicottarlo - ha concluso - è il minimo che possa fare chiunque abbia a cuore per davvero un modello istituzionale federalista che bilanci solidarietà, responsabilità e autonomia». E la consigliera regionale di «Insieme», la ex vendoliana Chiara Cremonesi (oggi fra i sostenitori di Giuliano Pisapia) ha rincarato, gettando ombre sulle operazioni elettorali: «Nel magnificare i vantaggi del voto elettronico al referendum - ha detto - Maroni sostiene che sarà semplicissimo, senza spoglio né rischio di brogli. Ma intanto il documento che dovrebbe certificare la sicurezza del software agli atti non si trova». Cremonesi ha annunciato una lettera al governatore per chiedere delucidazioni. Intanto il centrodestra prosegue la sua mobilitazione. Vale per Forza Italia, che praticamente ogni giorni mette in pista tavoli e gazebo. E vale ovviamente per la Lega, che col segretario lombardo Paolo Grimoldi e il deputato europeo Angelo Ciocca da giovedì inizierà un tour nei capoluoghi lombardi, davanti alle sedi dell'agenzia entrate, per informare i lombardi su vantaggi autonomia lombarda: «Vogliamo incontrare i cittadini di tutti i capoluoghi lombardi per spiegare loro che la Lombardia regala a Roma ogni anno 54 miliardi di residuo fiscale e che, con una maggiore a forma di autonomia, trattenendo qui sul nostro territorio circa la metà di questo residuo fiscale, ovvero 27 miliardi all'anno, avremmo risorse in abbondanza per migliorare ulteriormente la nostra sanità e il nostro welfare, erogando servizi migliori e maggiori».

E intanto si mobilitano anche i militanti di Energie per l'Italia di Stefano Parisi e i rappresentanti locali di «Idea Popolo e Libertà», il partito di Gaetano Quagliariello che ieri ha tenuto una conferenza stampa con Maria Ida Germontani, presidente del Comitato per il Sì del movimento.

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