Cronaca locale

Ricattatori di Lapo e racket rom tra gli aspiranti al reddito

Sono pochissimi quelli che cercano davvero un lavoro: "Meglio le politiche per l'occupazione della Regione"

Ricattatori di Lapo e racket rom tra gli aspiranti al reddito

Chi sfonda le porte degli appartamenti delle case popolari per affittarle in nero. Chi ha cercato di ricattare Lapo Elkann. Chi invece è solo in cerca di una pensione migliore. Anche a Milano, dove sono già state registrate alcune migliaia di richieste senza la ressa prevista, tra chi si è recato ai Caf per capire come ottenere il reddito di cittadinanza sono pochi quelli che cercano davvero di rientrare nel mondo del lavoro. Sono più quelli che vogliono raggranellare un sussidio, magari mantenendo la propria attività in nero. Nel complesso, è la stessa parte di città che si mette in fila davanti alle sedi della Caritas e di istituzioni simili.

Dipende molto dalle zone, ma le centinaia di persone che si sono recate nei centri di assistenza fiscale, provengono soprattutto dalla parte di città che vive nelle case popolari. «Qui sono arrivati quasi solo italiani racconta Barbara, dall'ufficio del Centro servizi Corvetto che negli ultimi due giorni ha registrato 153 richieste Soprattutto anziani in cerca di una pensione più consistente di quella con cui vivono, ma siamo in zona Loreto. In quella vicino a piazza Corvetto il nostro pubblico di riferimento è costituito più che altro da extracomunitari e nomadi». E sono tanti quelli che ci provano, magari senza nemmeno i documenti di base: «Quelli che cercano davvero lavoro però sono stati un paio, tra l'altro diversi arrivano senza neanche l'Isee che è essenziale spiega Barbara anche se i furbi avranno vita dura perché bisogna firmare delle carte e se si dichiara il falso si rischia il penale».

Tra i furbi ci sono anche tanti personaggi noti, come membri della famiglia che aveva tentato di ricattare Lapo Elkann. Grillini della prima ora, vivono nella parte nord della città e si sono subito attivati per sapere come accedere alla misura voluta dal governo giallo-verde. E qualcuno nel quartiere Niguarda pensa che non sarebbe nemmeno un male restare fuori dal mercato del lavoro. Dall'altro lato della città sono membri dei Di Rocco, rom di origini abruzzesi, a sperare nel sussidio. Uno di loro in particolare è noto per aver sfondato le porte di diversi appartamenti delle case bianche di via Salomone. Anche lui aspetta di capire come intascare i soldi promessi dallo Stato.

Se però l'intenzione di approfittare di questa misura da parte di molti furbetti sembra chiara, non è detto che l'operazione riesca. Dai Caf sono comunque ottimisti perché ritengono che una misura di contrasto alla povertà fosse necessaria, ma secondo le istituzioni territoriali si poteva agire diversamente.

Specialmente in Lombardia dove molte buone pratiche sono già in atto da anni: «Il modello alternativo già sperimentato con soddisfacenti risultati lo fornisce da tempo Regione Lombardia con le sue politiche attive per il lavoro e le tante misure a sostegno della vera povertà, sempre tuttavia finalizzate all'orientamento vero al lavoro, non una mera manovra assistenzialistica che premierà chi un'occupazione, in realtà, non lo cerca dichiara Oscar Strano, presidente del Consiglio del Municipio 4 - Altra cosa più intelligente sarebbe stata assegnare la parte di sostegno all'affitto, per chi vive in alloggi Erp, direttamente alle società che gestiscono gli edifici pubblici, finalizzando la misura a favore del recupero della morosità, quindi a beneficio di tutti, perché più risorse ad Aler e Mm significano più investimenti per le case popolari».

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