Dopo gli ultimi valzer approvati dal Comune - l'arrivo di Armani accessori al posto di Zadi camicie, che trasloca negli spazi del «Fans Shop», e l'addio di MnDonald's dopo vent'anni nel Salotto buono di Milano, la rivoluzione in Galleria arriva ai piani alti. Dove già settimane fa l'assessore al Demanio Lucia Castellano non aveva nascosto che il Comune avrebbe qualche preferenza sui futuri inquilini, bene uffici o studi professionali, ma «ci piacerebbe che anche i piani alti fossero occupati da attività aperte alla gente, come palestre o centri benessere». Si vedrà. La parola al mercato, visto che la giunta ha lanciato una gara per assegnare in blocco sei unità immobiliari dislocate su tre piani - terzo, quarto e quinto - tra loro collegabili. Un totale di 1.368 metri quadrati. Base d'asta: 493.940 euro all'anno, in pratica circa 41mila al mese. Le buste con le offerte dovranno essere consegnate entro e non oltre le ore 12 del 18 dicembre, con un deposito cauzionale di 49mila euro (per gli interessati ci saranno tre date per i sopralluoghi, il 15 e 23 novembre e il 3 dicembre). Quasi 600 metri quadri sono al terzo piano con ingresso da via Pellico, quattro al quarto piano con ingresso direttamente dalla Galleria, ai civici 11/12 e al 92 e da via Pellico per un totale di 544 metri quadri mentre ai 228 metri quadri al quinto piano si accede sempre dall'Ottagono. La giunta può valorizzare - alias, mettere a reddito - anche i piani alti dopo il trasloco di alcuni uffici comunali e lo «sfratto» delle associazioni, trasferite in una palazzina in via Duccio di Boninsegna, anche se gli spazi al terzo piano messi all'asta sono ancora parzialmente occupati. Chi si aggiudica gli spazi avrà una concessione della durata di diciotto anni, e segno che il Comune punta ad attività aperte ai milanesi (salvo ristorazione, che non sarà possibile) come è scritto nell'avviso di gara pubblico ieri sull'Albo pretorio daranno più chance (fino a 30 punti) la qualità ed eccellenza dell'attività e dei prodotti commercializzati (merceologia, marchi nazionali ed internazionali), la proposta di un'attività unica sui tre piani (5 punti), le fasce orarie di apertura al pubblico (massimo tre punti), le iniziative «occasionali o permanenti» che «favoriscono l'accessibilità e l'attrattività degli spazi»).
Sembra accantonato il progetto Altagamma, i grandi marchi del lusso avevano presentato mesi fa un piano per gestire in società col Comune il Salotto mettendolo a massimo reddito. «Vedremo - aveva frenato qualche settimana fa la Castellano - per ora stiamo lavorando bene anche da soli»). L'operazione all'atto pratico sembra esattamente quella che avevano in mente i privati. Ma non mancano le polemiche. Il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli ha già chiesto una commissione ad hoc per esaminare il recente scambio di spazi tra i privati. Per entrare in Galleria Arman ha versato a Zadi 7,5 milioni di euro, che ne pagati a sua volta 1,8 per convincere Fans Shop a traslocare lasciando il locale al marchio di cravatte e camicie. Ma dal valzer il Comune incassa solo l'affitto raddoppiato per i due negozi.
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