Sono già trenta i comitati milanese che sostengono la candidatura di Matteo Renzi alle primarie del centrosinistra. E intanto i «rottamatori» sbarcano, per ora timidamente, anche nei palazzi istituzionali di Milano.
Risalgono ormai ad alcune settimane fa le prime notizie sui primi circoli e sulle adesioni di politici milanesi alla campagna che Renzi ha aperto sfidando il segretario del suo partito, Pierluigi Bersani, in vista della candidatura a premier del centrosinistra. A salire sul camper guidato dal sindaco di Firenze, all’inizio, sono stati soprattutto amministratori locali. A partire dal sindaco di Cernusco sul Naviglio, Eugenio Comincini, che oggi coordina i renziani milanesi, per passare ai primi cittadini di Magenta, Abbiategrasso, Lodi, Lecco, e al presidente della Provincia di Pavia. Adesioni importanti, ma tutto sommato decentrate rispetto alla politica milanese. Ma poi è stata la volta di pedine importanti della segreteria lombarda, come il vicesegretario regionale Alessandro Alfieri, e di figure note anche sul piano nazionale, come il vicepresidente dell’assemblea democratica, quell’Ivan Scalfarotto, sempre più impegnato e convinto al fianco di Renzi. Sono «in attesa» due big come Marilena Adamo, già capogruppo milanese del partito e oggi esponente di punta dell’area dei montiani, e il deputato Vinicio Peluffo, già segretario della sinistra giovanile, anch’esso milanese e «montiano doc». Dati per renziani dal quotidiano del Pd «Europa», hanno poi smentito di essersi già schierati. Renziano, seppur ancora «coperto», è l’assessore comunale Pier Francesco Maran: sempre tirato in ballo, non si dichiara ma non smentisce. E non sarebbe l’unico ex penatiano in campo.
Anche a Palazzo Marino, intanto, si è registrata un’adesione all’area dei «rottamatori»: quella del consigliere comunale Filippo Barberis: «Se Renzi vincesse - dice - si aprirebbe uno spazio politico mai visto nel Pd. Uno spazio politico che non dovrà render conto, nella misura in cui avviene oggi, a questa balcanizzata composizione interna. Una frammentazione che impedisce al Pd di fare quel salto di qualità che da tempo gli elettori, almeno quelli non già sfiduciati, chiedono». Ieri, a sorpresa, la rottamazione ha attecchito anche a Palazzo Isimbardi: è stato il vice capogruppo provinciale Roberto Caputo a dichiararsi: «Ho scelto Renzi - ha spiegato fra l’altro - perché sono di sinistra e desidero fortemente che questo nostro paese sia governato da una forza politica riformista e non da un’armata Brancaleone che, al primo soffiar di vento, si scioglie come accaduto al governo Prodi».
Intanto la rete territoriale si allarga: i comuni con un comitato «pro Renzi» sono diventati 23: Abbiategrasso, Albairate, Basiglio, Bussero, Bollate, Cassano d’Adda, Cernusco sul Naviglio, Cesano Boscone, Cornaredo, Gorgonzola, Lainate,
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