Se fosse una storia d'amore, sembrerebbe una crisi di gelosia. Così è un po' più complesso capire che cosa ci sia dietro l'annunciata nomina di Lucia Morselli ad amministratore delegato di Trenord, prontamente smentita dal suo attuale datore di lavoro. Ovvero l'Ast di Terni, acciaieria del gruppo Thyssen alle prese con un contenzioso con il governo per 550 controversi esuberi.
Morselli continua a lavorare per noi, non c'è incompatibilità e i vertici non cambiano, sibila un comunicato dell'Ast di Terni. Eppure a Lucia Morselli erano già arrivati i complimenti del presidente della Regione, Roberto Maroni, soddisfatto della scelta compiuta attraverso una società di cacciatori di teste (ma la nomina, al di là degli aspetti formali, dipende dalla Regione). E un comunicato stampa di Ferrovie Nord Milano, la holding da cui dipende Trenord, aveva dato l'operazione per conclusa: il cda di Fnm spa ha deliberato all'unanimità la nomina della Morselli quale futuro amministratore delegato di Trenord. C'erano anche le felicitazioni del presidente del gruppo, Norberto Achille. E una frase: «Nei prossimi giorni verranno espletati gli adempimenti per la formalizzazione dell'incarico». Sembrava un'espressione di rito, adesso suona sibillina.
Probabilmente si tratta solo di incomprensioni dovute all'altissima tensione che si respira a Terni, dove l'addio della Morselli (nonostante la sinistra fama di tagliatrice di teste) è giunto come un fulmine a due mesi dal via all'incarico e in piena trattativa con il governo sul
riassetto aziendale. Tutto si risolverà, prevedono da Fnm. Ma viene in mente il caso di Laura Cavatorta: sembrava che fosse cosa fatta il suo arrivo ai vertici di Trenord e invece la manager ha rinunciato. Che accadrà adesso?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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