Occupare abusivamente un edificio altrui? Non è reato, se viene fatto a scopo «dimostrativo». Lo ha stabilito un gip nell'assolvere due studenti che avevano invaso uno spazio di proprietà del Comune.
Si tratta dell'ex Magazzino del verde pubblico, proprio sotto i Bastioni di Porta Venezia. Il collettivo Lume (Laboratorio universitario metropolitano) ne ha preso possesso il 3 novembre 2017, dopo una serie di occupazioni e sgomberi di altri edifici. Un'azione rivendicata a suo tempo e così spiegata: «Per restituire alla città uno spazio comunale lasciato al più totale abbandono da diverse decine di anni». Nel motivare le assoluzioni di due giovani, di 19 e 20 anni, appartenenti al gruppo che ha fatto il blitz, il giudice spiega che l'invasione di uno spazio è lecita se «la condotta ha avuto scopo dimostrativo con la finalità di stimolare gli enti pubblici a una più proficua utilizzazione degli spazi per finalità connesse con il godimento della collettività e della cittadinanza».
Un principio che se dovesse reggere nei prossimi gradi di giudizio, sarebbe un buon assist per chi, in particolare i centri sociali, si stabiliscono in proprietà private o pubbliche. E un ostacolo non da poco per gli inquirenti che perseguono le occupazioni abusive. Il gip ha respinto la richiesta della Procura di condannare i due studenti a una multa di 4mila euro. I pm chiedevano l'emissione di un decreto penale di condanna. Vale a dire senza udienza preliminare e senza processo. È una via giudiziaria prevista quando all'imputato deve essere applicata solo una pena pecuniaria.
Nel provvedimento con cui non accoglie l'istanza il giudice sottolinea inoltre che nel caso in questione manca il «dolo specifico» previsto dalla legge per il reato di «invasione di terreni o edifici». Il motivo: gli studenti non avrebbero occupato l'edificio per trarre un profitto e non si è verificato «un apprezzabile depauperamento delle facoltà di godimento del titolare dello ius excludendi omnen alios» (espressione che indica il carattere di esclusività tipico del diritto di proprietà)». I ragazzi, per il gip, non avevano intenzione di «dare inizio a un possesso non transitorio e occasionale, rilevato che dagli atti emerge che l'invasione ha avuto scopo dimostrativo con la finalità di stimolare gli enti pubblici a una più proficua utilizzazione degli spazi per finalità connesse con il godimento della collettività e della cittadinanza». La costruzione del Magazzino di fronte al civico 24 di viale Vittorio Veneto risale al 1789 nell'ambito di un progetto per l'abbellimento dell'area di Porta Orientale (oggi Porta Venezia) dell'architetto Giuseppe Piermarini. Serviva da deposito per la manutenzione dei boschetti e delle siepi che decoravano i Bastioni. Lo scorso maggio i residenti della zona hanno presentato un esposto a Procura e Comune per protestare contro il Lume e chiedere lo sgombero dell'edificio.
Gli atti del procedimento a carico dei due studenti intanto sono tornati al pm, come previsto in caso di rigetto del decreto penale di condanna, che dovrà procedere per via ordinaria: richiesta di rinvio a giudizio ed eventuale processo.
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