Cronaca locale

Gita al castello di Melegnano L'arte sposa la buona tavola

Nel paese, ricco di storia e leggende, si festeggia la Fiera del perdono per l'indulgenza plenaria offerta da Pio IV

Roberto Perrone

Insediamento dei Galli Ambroni, da cui il nome del fiume Lambro, antica stazione di posta romana, «ad milium nonum» da Milano, Melegnano ci scorre sempre accanto, sulla A1, sebbene sia vicinissima alla metropoli. Il Viaggiatore Goloso è qui per rimediare alla distrazione e colmare dei vuoti. Il 14 settembre 1515 Francesco I di Francia ottenne l'unica importante vittoria del suo regno sui mercenari svizzeri al soldo degli Asburgo d'Austria. In seguito alla sconfitta, i cantoni svizzeri firmarono un trattato di neutralità con la Francia che resiste ancor oggi, salvo qualche «sbandamento». L'evento principale di Melegnano (l'antica Marignano) è la Fiera del Perdono che ricorda l'indulgenza plenaria concessa il 20 gennaio del 1563 da Papa Pio IV con apposita Bolla. Un evento sospeso tra leggenda e storia. Ancora cardinale, Giovanni Angelo Medici transitò per l'allora Marignano, dal 1532 marchesato del fratello Gian Giacomo, noto come il «Medeghino», capitano di ventura. La cognata, vedova, non gli aprì le porte del Castello e il futuro papa trovò ospitalità nella casa parrocchiale di don Battista Pavesi, dove il prete e i cittadini lo trattarono con tutti gli onori. Commosso, quando salì al soglio pontificio come Pio IV, concesse alla città, il 20 gennaio del 1563, l'importante privilegio.

Il Castello Visconteo Mediceo ora ha le porte aperte e rappresenta il simbolo della città, rifugio del popolo durante guerre e carestie, possente sotto Bernabò Visconti e poi nell'epoca Medicea (XVI secolo). Anche nei lunghi anni di oblìo, ha mantenuto il contatto con la città ospitando il Comune e la Biblioteca Civica. La famiglia dei Medici è rimasta proprietaria della struttura sino al 1981. Restaurato dal 1998, vale la visita, per il senso della storia e i pregevoli affreschi. Pregevoli sono anche i prodotti della Fonte del Dolce: dai croissant alle torte, dai panini al latte farciti alle focacce. Una targa con l'anno, 1722, in cui aprì il primo ristoro, segnala l'Osteria del Portone: dal classico antipasto di salumi, con selezione Marco d'Oggiono alla tartare di cavallo della macelleria Pellegrini di Milano con uovo di Parisi, dal risotto della Riserva San Massimo con verza e stracchino di Montebronzone e sarda affumicata alla costoletta alla milanese. Finale con la mousse ai tre cioccolati.

La basilica minore di San Giovanni Battista sarebbe una delle chiese erette da San Giulio Prete (IV d.C). La prima data storicamente accertata è quella del 1398. Nel 1506 venne dedicata alla Natività di San Giovanni Battista: per l'occasione Ambrogio da Fossano detto il Bergognone venne incaricato di dipingere la straordinaria pala d'altare, tempera a olio su tavola, visibile nella prima campata della navata laterale destra. Non distante, l'enoteca Perlage è l'ideale per un aperitivo, con la sua carta dei vini dove risalta l'ampia selezione di champagne, anche di piccole maison. E poi prodotti selezionati, la pasta Verrigni, il cioccolato di Gobino.

Poco distante ci tuffiamo in una pizzeria di grande qualità, aperta da Francesco Saggese, esperienze con Elio Sironi al Bulgari e Michelangelo Citino, nel suo ristorante di Linate, una pizzeria verace napoletana: il prefisso che dà il nome al locale, «081», dice tutto. Grande attenzione alla materia prima e alla leggerezza che ritroviamo nelle pizze classiche e in quelle più creative, come la «scapece» con le zucchine, la «cacio e pepe», l'amatriciana, la «081». Sfiziosa la mozzarella in carrozza, golosissimo il «panuozzo». Ottime le birre. Pizze anche al Taurasi e poi una cucina «sudista» di grande solidità: crema cotta di provolone del Monaco, purè di fave e cicorie, cartoccio di alici di Cetara, pasta patate e cozze. Un'immersione di toscanità ci attende alla Dispensa (Toscana): taglieri di salumi e formaggi, crostini, ribollita, spezzatino di cinghiale. Un tempo crocevia di battaglie, ora Melegnano è patria del verde. Ci distendiamo all'Oasi di Montorfano, ex bosco incolto lungo il fiume Lambro, quattro ettari di alberi, stagni, con un'abbondante colonia di uccelli. Tra gli insetti, la rara farfalla licena delle paludi. Oppure percorriamo il Parco delle Noci, ex discarica e cantiere dell'alta velocità, ora interessante esperimento di recupero ambientale di una zona degradata.

Buona passeggiata e buona digestione.

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