Sabrina Cottone
È l'Anno santo della Misericordia anche per i carcerati. E nel giorno del suo insediamento da presidente del tribunale di sorveglianza, Giovanna Di Rosa promette permessi per coloro che andranno a Roma il 6 novembre, per il Giubileo dei detenuti. Ma anche più apertura negli incontri con i familiari, nelle uscite, nei benefici: «Stiamo studiando permessi o con la forma della variazione del programma di trattamento oppure - a persone sperimentate con volontà di partecipare - con la presenza a incontri specifici e a momenti di testimonianza. Pensiamo anche a variazioni dell'articolo 21, con possibilità di lavoro esterno, assistenza, volontariato, aiuto».
Siamo nell'aula magna del Palazzo di Giustizia, per il convegno «Diritto, giustizia e misericordia» promosso dall'associazione di avvocati Libera Associazione Forense. Intervento un po' fuori dal consueto in queste sale, parla il cardinale Angelo Scola. «Guai a chiamare comunismo queste così!» dice dopo aver lodato l'enorme forza del volontariato, anche nelle carceri. E sulla misericordia: «Non toglie alla giustizia, aggiunge solo il libero rischio che ci si assume per amore dell'altro». Dopo il convegno, rispondendo ai giornalisti una domanda sul dibattito in corso per l'abolizione delle gabbie per gli imputati si dice favorevole: «A me non pare una cosa molto umana. Bisogna che venga rispettata la dignità delle persone e sia data al colpevole la forza per riscattarsi».
Massimo Parisi, direttore della casa di reclusione di Bollate, conferma che l'occasione del Giubileo sarà colta per rafforzare il valore riparativo della pena a cui nel carcere che lui guida si lavora con molte iniziative: «Su 1100 persone quasi 200 lavorano all'esterno. Non si può negare che in queste occasioni emergano criticità e che ci può anche essere una componente strumentale. Ma le attività gratuite possono aiutare a mettere in discussione sia i detenuti che le persone con le quali vengono a contatto, come è avvenuto e avviene alla Caritas, nelle Rsa, all'Expo, dove i detenuti fanno volontariato». Spiega: «Pensi ai parenti degli anziani che vengono aiutati da detenuti. Si alimenta una cultura molto diversa».
Appare
anche il tema del crocifisso nelle aule. È Giovanni Canzio, primo presidente della Corte di Cassazione, a difenderlo: «Cristo deve ricordare ai giudici che ogni giorno persone vengono ingiustamente derise e condannate».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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