Torna la primavera e tornano, puntuali come la campanella, le polemiche sull'abbigliamento degli studenti, soprattutto per quello delle ragazze. Così i presidi milanesi dell'istituto alberghiero Vespucci e quello del liceo scientifico Einstein hanno firmato una circolare in cui chiedono di non indossare "né mini e micro gonne, né pantaloni corti o canottiere", perché la scuola "non è né una palestra di aerobica né un lido marino". Pena il non poter assistere alle lezioni.
I motivi sono molteplici: se il dirigente dell'Einsten si appella al "comune senso del pudore" persino per quanto riguarda le scarpe, la collega del Vespucci ne fa una questione di estetica. Per la preside Anna Pari, infatti, i ragazzi dell'alberghiero dovrebbero arrivare a scuola come si presenterebbero "ad un colloquio di lavoro cui venga richiesta bella presenza, buona educazione, capacità di relazionarsi e comunicare".
Eppure in altre scuole di Milano l'esigenza di stabilire l'abbigliamento degli studenti per circolare o regolamento non piace: "I miei studenti non hanno mai superato il limite della decenza, sono estrosi a volte ma questo non è un problema.
Se dovesse capitare comunque credo che sceglierei il dialogo, funziona più di una circolare", sostiene Carola Feltrinelli, preside dell'Istituto tecnico Moreschi. Parere simile quello di Nicolina Francavilla, del liceo Virgilio, "Non ho notato né mini, né scollature, anzi, mi sembra che prediligano lo stile sportivo, vedo soprattutto felpe e jeans. Nulla di irrispettoso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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