Fabio Altitonante, candidato nelle liste di Forza Italia a Milano, che campagna è stata?
«Ho incontrato migliaia di persone in tutta la provincia. La maggior parte di loro non credeva più a una politica vicino alla gente. Il mio orgoglio è poter parlare di ciò che ho e abbiamo fatto in questi 5 anni in Regione».
Cosa avete fatto?
«Iniziative concrete per famiglie, imprese, giovani, anziani. Nelle case popolari nuove regole per le assegnazioni che premiano gli italiani, bonus di 30 milioni e sostegno all'affitto per gli anziani con 80 euro al mese, veri. Poi 200 milioni di euro per le manutenzioni, con la grande operazione di Lorenteggio. Mie proposte portate in Consiglio. Ho fatto cento sopralluoghi in quartieri popolari dove vivono 300mila persone».
Altri risultati che rivendicate?
«Negli ospedali la più grande realtà a vocazione materno-infantile d'Italia, con alte specialità in rete. E in edilizia le legge sui seminterrati, che porta il mio nome e ha dato impulso alla filiera edilizia che è il 10% del Pil. Abbiamo dato anche un aiuto concreto al made in Italy con 300 milioni per sostenere le aziende che producono in Lombardia. Aiuti a tanti piccoli imprenditori per capannoni e macchinari. Cose concrete che hanno dato speranza a molti. Fra le cose più importanti cito la legge contro l'apertura indiscriminata e senza regole delle moschee, di fronte al lassismo della sinistra».
Lei scelto di restare in Consiglio regionale. Perché?
«Perché c'è ancora tanto da fare. Un aiuto concreto alle piccole e medie aziende. Più sicurezza nelle città. E voglio citare Trenord, gioiello dei lombardi da difendere da chi vuole operazioni per farlo entrare nel perimetro del carrozzone Fs-Anas».
Gli altri schieramenti?
«Giorgio Gori non ha visione. Pensa ai migranti e a come farli stare meglio. I 5 Stelle parlano di onestà, che è un prerequisito, ma non hanno un programma realistico e con i bonifici-fantasma hanno dimostrato che non sono neanche così credibili».
Attilio Fontana candidato?
«Competente, esperto, capace. Con lui faremo grandi cose».
Su cosa puntate adesso?
«Sul lavoro. Circa 50mila lombardi sono andati all'estero e abbiamo 100 mila clandestini in Lombardia. Dobbiamo preparare i ragazzi all'industria 4.0 e al digitale, con una formazione focalizzata al futuro.
E parlo di sanità pubblica: aiutare con forza la sanità pubblica che a causa dei tagli sta vivendo un momento difficile. Bene i privati che fanno anche ricerca, altra cosa frammentare le risorse fra piccoli privati che in sanità fanno solo business».
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