
Un manifesto di principi, proposte, idee, per chiamare a raccolta istituzioni e cittadini su un impegno comune sociale e civico volto a presidiare il decoro e la vita ordinata della città e nella città. Lanciato dal convegno «Graffiti a Milano. Tra vandalismo (reato soglia) e Street Art» organizzato da Assoedilizia, con rappresentanti del Comune, della magistratura, politici e forze dell'ordine. Ecco allora le proposte: attivare gli amministratori condominiali, semplificare le procedure per la pulizia degli edifici privati, istituire una banca dati nazionale di vandali; aumentare le multe, oggi ridicolmente basse rispetto ad altri Paesi.
Da decenni Assoedilizia analizza e combatte il fenomeno, come ha ricordato il suo presidente Achille Colombo Clerici: «Da oltre 40 anni Assoedilizia è protagonista a Milano e nel paese del dibattito sui cosiddetti graffiti. Ma il termine è fuorviante, perché nobilita una quantità di sgorbi che imbrattano la nostra città e altro non sono che atti vandalici riprovevoli e condannabili. Aveva ragione l'allora sindaco di Milano Letizia Moratti quando affermava che, prima di decidere se si tratti di arte o non arte, occorre vedere se si tratti di atti leciti o meno».
Assoedilizia provò a stimare i danni dei graffiti in tutta la regione pari a 305 milioni di euro. In testa alla classifica, come previsto, Milano, che contava circa 24mila edifici imbrattati su un totale di oltre 55mila, con danni per 100 milioni di euro. La giunta Pisapia aveva istituto un pool composto da un nucleo speciale di polizia urbana, coordinato dal sostituto Procuratore della Repubblica Elio Ramondini. Grazie a collegamenti internazionali, si erano riusciti a individuare 350 casi di imbrattamento con oltre 500 soggetti coinvolti. Non solo, agli autori del reato era stata proposta, in luogo di condanne penali o multe, l'alternativa ai servizi sociali.
Ora il fenomeno sembra essere peggiorato come dimostrano le nuove «metodologie di
vandalismo che vanno dall'incisione di vetri e metalli all'utilizzo di acidi aggiunti ai colori. Altra arma in mano ai vandali i social che agevolano la costituzione di «bande» interregionali e addirittura internazionali.