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Il «gran rinnovamento» Pd si ferma a Bresso e Cofferati

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E meno male che hanno preso un sacco di voti, e che al mondo non esiste solo Milano: così hanno potuto sbarcare a Strasburgo anche alcuni volti nuovi, come i giovani piemontesi Brando Bonifei e Daniele Viotti. Perché tra i primi della lista, quelli che sarebbero entrati comunque anche se il Partito Democratico non avesse fatto il pienone, ci sono facce che solo un miracolo deve avere salvato dalla rottamazione renziana. L'elenco dei nuovi (si fa per dire) eurodeputati del Pd nella circoscrizione nordovest si apre con una serie di facce da Prima e da Seconda Repubblica, che costituiscono un interessante segnale di sopravvivenza della classe politica. E a colpire è il fatto che gli irriducibili della politica full time siano (con l'eccezione della torinese Mercedes Bresso) tutti lombardi. Mentre altrove il Pd, volente o nolente, porta a galla facce inedite o quasi inedite, da Milano e dintorni partono per Strasburgo volti ormai arcinoti.
L'elenco si apre con la capolista Alessia Mosca, bionda e garbata (fin troppo garbata, secondo alcuni) esponente dell'ala lettiana, che passa a Strasburgo direttamente da Montecitorio, dove dal 2008 stava per conto del Pd: anche se ha appena 39 anni si tratta comunque di una signora che mastica pane e politica fin da quando aveva vent'anni, e faceva la portaborse di quella democristiana tutta d'un pezzo che fu Maria Paola Colombo Svevo, vicesindaco di Monza e fondatrice dei Popolari, dove anche la occhicerulea Mosca ha mosso i primi passi. Ma ancora più notevole è il terzetto che viene dopo di lei nell'elenco degli eletti: tre signori che l'ebbrezza del lavoro produttivo non la provano più da decenni, e che hanno evidentemente deciso di fare della politica il loro lavoro fino alla pensione. Si tratta di Patrizia Toia, altro esempio di democristiana brianzola transitata nel Pd (ma ala Franceschini): la Toia è una ex bocconiana, che nel Parlamento italiano approdò per la prima volta nel remoto 1996, e da allora se ne è schiodata solo per traslocare nel 2004 a Strasburgo. Dove evidentemente si è trovata bene, tanto da affrontare serenamente il terzo mandato.

Prima della Toia, c'è Sergio Cofferati: ex capetto della Pirelli, poi sindacalista, infine segretario della Cgil, poi sindaco (chissà perchè) di Bologna, anche lui europarlamentare uscente. E dopo di loro, Antonio Panzeri, che nel 1995, a quarant'anni appena, era già segretario della Camera del lavoro di Milano. Il nuovo avanza.

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