Grande centro e piccola sinistra: Ambrosoli[NOTE][/NOTE] preoccupa i compagni

Umberto Ambrosoli si presenta ai consiglieri del Pd. E dopo il via libera dei vertici del partito, con l'imprimatur del segretario Pierluigi Bersani, il candidato civico cerca anche il consenso dell'intero gruppo al Pirellone. Entusiasta Maurizio Martina. Il segretario regionale del Pd parla di «una bella ricognizione programmatica, entrando nel merito di temi che sono in cima alle nostre preoccupazioni, come il sistema produttivo, la crisi economica e il lavoro».
Il programma sembrerebbe centrista, almeno nel modo in cui è sintetizzato da Ambrosoli in un settore cruciale come la sanità. L'avvocato candidato invita a non demonizzare il privato. Una dichiarazione di intenti destinata a far discutere a sinistra: «Dobbiamo valutare la compatibilità del sistema lombardo con le risorse disponibili, ma non penso che il rapporto pubblico-privato debba definirsi sulla base degli scandali. Viceversa, la nostra finalità deve essere quella della risposta ai cittadini in termini di servizi e disponibilità di spesa». Parole di stima per l'ex sindaco di Milano: «Albertini è una persona con una serie di qualità notevoli, tra le quali ma non solo la signorilità nel confronto. Mi dispiacerebbe molto dovermi confrontare con qualcuno che a differenza sua interpreta il confronto come sopraffazione».
Ad agitare è anche il caso Piero Bassetti, il democristiano primo presidente della Lombardia, autorevole membro del Comitato per le primarie. Carlo Monguzzi definisce «civici ma flessibili» gli esponenti del Comitato. E cita qualche recente dichiarazione di Bassetti, giudicata troppo filoformigoniana. Nel maggio 2012, in un'intervista a Tempi, rivista vicina a Comunione e liberazione, Bassetti dichiarava: «Non è possibile che il presidente della Regione Lombardia si debba dimettere perché qualche str... di giornalista glielo chiede». E nel giugno 2012, in una nuova intervista a Tempi: «Se l'Italia fosse stata amministrata come la Lombardia non saremmo al punto rovinoso in cui ci troviamo». E ancora: «Non vedo perché i diciassette anni di governo non possano diventare venti».
Posizioni diverse da coloro che vogliono costruire un'alternanza totale al centrodestra. Oggi il gruppo regionale del Pd incontrerà Alessandra Kustermann. E a criticare lo spostamento al centro dell'asse del Pd è proprio la candidata della Mangiagalli, con una critica diretta al segretario del Pd Martina. «Se nella coalizione c'è scritto “centro” molto in grande e “sinistra” in piccolo, questo farà scappare molte persone di sinistra» dice la ginecologa sulle frequenze di Radio popolare.


Anche Sel si prepara agli incontri con i candidati, ma il partito è diviso tra chi sostiene Ambrosoli, chi preferisce la Kustermann e chi intende votare il giornalista Andrea Di Stefano. Resta ancora un'incognita il caso di Giulio Cavalli, consigliere di Sel che continua a ricevere richieste di candidatura alle primarie.

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