Gratta e sosta, gli ex lavoratori contro Atm

Esigenze di gestione contro garanzie occupazionali. Le radici di queste ultime sono, per la verità, antiche: nel 2000, quattordici anni fa, l'allora amministrazione comunale firmò un protocollo d'intesa con cui garantiva continuità occupazionale ai 150 addetti alla vendita dei gratta e sosta. Da allora, però, molta acqua è passata sotto i ponti: nel 2010 Atm, la società del trasporto pubblico milanese, ha vinto la gara per la gestione dei servizi legati a sosta, parcheggi e rimozione forzata delle auto. Dal 2011 è partita la fase 1, con l'installazione di 500 parcometri nella cerchia dei bastioni: la vendita dei gratta e sosta affidata direttamente alle «macchinette» e non più ai venditori delle cooperative esterne, quelli che ieri hanno portato le loro istanze in commissione mobilità a palazzo Marino. Un modo, ha spiegato Atm, anche per contrastare i numerosi casi di vendite illegali del gratta e sosta che da anni si registravano in più zone della città. I ricavi della vendita dei ticket per il parcheggio in quell'anno e nel successivo sono dimuiti di oltre tre milioni, ma ad incidere in questo senso, ha spiegato il presidente di Atm Bruno Rota, sono stati «la diminuzione delle strisce blu per la sosta a pagamento, i lavori per la M5 e l'entrata in vigore di Area C (da gennaio 2012)». Dal 2011 al 2013 infatti l'ingresso delle auto in centro città è diminuito di circa il 30 per cento. A settembre di quest'anno è partita al fase 2, con altri 300 parcometri, installati questa volta al di fuori della cerchia dei bastioni. Strumenti più avanzati, visto che da queste «torrette» - che costano 4mila euro ciascuna - è possibile non solo acquistare il gratta e sosta ma anche ricaricare l'abbonamento dei mezzi pubblici, acquistare singoli biglietti così come il ticket per l'ingresso in Area C. E i venditori delle cooperative? La questione è ingarbugliata. Tra loro, 79 non lavorano dal marzo del 2013: effetto di un'altra gara, bandita da Atm a giugno 2012 per affidare la vendita dei gratta e sosta fuori dalla cerchia, per 18 mesi, prima dell'entrata in vigore della fase 2. Fu vinta dal consorzio CPS, che già si occupava del servizio, assieme ad altri che restarono fuori. La gara fu impugnata, annullata dal Tar Lombardia, e proprio oggi o nei prossimi giorni dovrebbe pronunciarsi il Consiglio di Stato. Altri 34 non lavorano da settembre, quando è partita la fase 2. Ma un salvagente a questi lavoratori è stato lanciato: un bando pubblico per l'assunzione di 34 nuovi ausiliari della sosta: «Abbiamo detto che avremmo dato priorità a chi avesse già una pregressa professionalità in questo settore», ha ricordato Rota. Per quei posti sono arrivate 4600 domande, di cui solo 5 da ex venditori del gratta e sosta.

Che intanto accusano: «Molti di noi aspettano il pagamento dei contributi Inps e Tfr dalle cooperative». Che, dicono, non pagano «perché devono ancora ricevere dei soldi da Atm». La società dei trasporti smentisce seccamente. E allega i numeri: dal 2000 al 2014 Atm ha versato ai consorzi oltre 54 milioni.

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