«Grazie ai milanesi molti filippini hanno trovato una nuova famiglia»

«Molti filippini hanno trovato una famiglia tra voi. Vi ringrazio per la vostra accoglienza» dice ai milanesi l'arcivescovo di Manila, Luis Tagle, incontrando i giornalisti in Arcivescovado. La comunità filippina conta quarantamila persone: nella gran parte lavorano nelle case come apprezzati domestici e baby sitter. E in ventimila, un filippino su due, sono andati in Duomo domenica scorsa per la Messa celebrata dal cardinale del loro Paese d'origine. «È la nuova Milano del meticciato» osserva il cardinale Scola.
Per i filippini che vivono lontano dal loro Paese, dove spesso hanno lasciato i figli, «il problema prioritario è sempre la famiglia». Spezzata. Nelle Filippine tanti ragazzi soffrono l'assenza fisica di uno dei genitori, all'estero per lavoro, e hanno difficoltà emotive e scolastiche. Il cardinale racconta il dolore confidatogli da una donna che, quando prepara il letto per i bambini di cui si prende cura, si domanda: chi preparerà il letto per mio figlio? «Ma questa sofferenza diventa un atto eroico. Se i miei figli sono lontani, dice, questi bambini sono vicini: darò a loro l'amore che vorrei dare ai miei figli».
La visita a Milano di Tagle fa parte del percorso pastorale voluto dall'arcivescovo, Angelo Scola, in cui esponenti della Chiesa di diverse metropoli raccontano la propria esperienza.

Lo scorso dicembre è stato in visita l'arcivescovo di Vienna, Cristoph Schoenborn. L'anno prossimo sono attesi l'arcivescovo di Boston, Sean O'Malley, e di Abuja, John Onaiyekan. Tagle ieri ha incontrato i sacerdoti e i laici.

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