"Grazie ai vaccini la mortalità si è ridotta e ha raggiunto livelli da influenza normale"

Il virologo degli "Spedali" di Brescia: "Affrontare il Covid in modo diverso"

"Grazie ai vaccini la mortalità si è ridotta e ha raggiunto livelli da influenza normale"

«La mortalità per Covid-19, che fino a poco tempo fa si attestava in media intorno al 2,5%, ora è scesa allo 0,1-0,3% come vediamo in alcune nazioni quali l'Inghilterra. Questo significa che, in una popolazione in gran parte vaccinata, l'infezione da Sars-CoV-2 è arrivata a provocare una percentuale di decessi compatibile con quella che vediamo normalmente con l'influenza. E ciò vuol dire che, così come gestiamo l'influenza, senza sottovalutarla in particolare nelle fasce fragili, dovremmo cominciare ad affrontare anche Covid».

Caldeggia un cambio di approccio Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), che all'inizio di dicembre fu il primo esperto «tricolore» a salutare l'avvento della nuova variante Omicron come «la possibile fine della paura pandemica» e l'inizio di una relazione pacifica tra uomo e coronavirus. Caruso è ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università degli Studi di Brescia, direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili.

«Si può dire - spiega - che grazie alla diffusione della vaccinazione ormai siamo ai livelli di mortalità di un'influenza. E forse immunizzando ancora di più, come accadrà anche in virtù dell'obbligo vaccinale imposto dal Governo agli over 50, potremo scendere a livelli pure inferiori a quelli dell'influenza». E mentre Paesi come Spagna e Gb pianificano modelli di contrasto adattati a un'infezione endemica, secondo Caruso è questo «lo scenario che dovremmo adottare anche noi. Sul lavoro, nelle scuole, ovunque, bisognerà arrivare a dire che chi è malato resta a casa e quando è guarito ritorna».

I dati sull'eccesso di mortalità nel corso della pandemia, in effetti, mostrano un netto miglioramento nel 2021 - in particolare nell'ultimo quadrimestre - rispetto al 2020. Le morti «in più» rispetto alla media si sono fortemente ridotte.

Il virologo di Brescia aggiunge che «respirare ancora quest'aria di chiusura prevedere forme di quarantena non commisurate al contesto, tamponare tutti, sempre e continuamente, oggi, con una popolazione vaccinata che speriamo lo sarà sempre di più, è per il numero uno dei virologi italiani «un approccio che va prontamente rivisto».

Premendo sulla leva dei vaccini - conclude - «l'Italia va aperta ulteriormente rispetto a quanto già fatto - sostiene - In passato ci spaventavamo forse dell'influenza? No, l'affrontavamo come malattia gestibile. Così dobbiamo fare anche con Covid-19: un'infezione da tenere in grande considerazione, ma da gestire mettendo in sicurezza i più fragili, vincendo anche con l'obbligo le resistenze no vax».

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