L'anno clou per la Galleria che ha appena festeggiato il 150esimo anniversario sarà il 2020. Scadranno quasi contemporaneamente i contratti d'affitto per almeno venti inquilini del Comune, e tra i grandi nomi ci sono Chanel (che deve ancora inaugurare la boutique), Giorgio Armani, Tod's, Versace o Borsalino. Le vetrine del lusso a cui difficilmente la giunta vorrà rinunciare, anche se per difendere il principio della gara a tutti i costi e senza diritto di prelazione per chi occupa anche da vent'anni i locali sta inanellando una serie di ricorsi. Solo l'11 dicembre arriverà la sentenza sull'asta impugnata dai titolari della Locanda del Gatto rosso e del ristorante Il Salotto e che ha congelato di fatto almeno per un anno l'ingresso dei vincitori. C'è un altro contenzioso in corso, quello presentato dalla gioielleria Leo Pizzo che ha perso la gara (gli spazi sono stati assegnati formalmente all'argenteria Del Vallino) ma torna alla carica sulla necessità di introdurre il diritto di prelazione nei bandi. Il sindaco Sala e l'assessore al Demanio Roberto Tasca in occasione delle ultime scadenze hanno fatto eccezione solo per il Camparino, riconoscendo il diritto di rimanere come bottega storica. Negli altri casi, non hanno ceduto ai pressing di chi chiedeva di evitare le aste o lasciare almeno una corsia preferenziale a chi ha investito migliaia di euro negli anni per la ristrutturazione dei locali, confidando nel rinnovo automatico. Le attività che non sono colossi della moda si domandano ora se la linea dura reggerà alla scadenza delle grandi griffe e se ci sarà un trattamento equo per tutti. Nell'anno che potrebbe rivoluzionare la mappa delle vetrine tra piazza Duomo e il Salotto scadono anche il negozio di souvenir Algani, il cravattificio Zadi, la gioielleria Grimoldi, Cadè, Sartoria Rossi. Nomi che magari godono di meno appeal rispetto a Versace o persino Telecom che a quasi due anni dalla scadenza ha appena rifatto tutti gli spazi.
Sono quasi una trentina i contratti in scadenza tra il 2018 e il 2020. Si vocifera che parecchi marchi stiano bussando alle porte del Comune per informarsi sugli spazi che andranno a breve all'asta ma nel 2018 «ballano» solo la gioielleria Currado e Nara Camice in piazza Duomo, il ristorante Galleria che potrebbe avvalersi in extremis della promozione come bottega storica circa due settimane prima della scadenza e - tutti giurano che non sarà a rischio - la grande boutique Fratelli Prada. Per il negozio su due piani di Stefanel, uno spazio appetibile quasi all'ingresso ella Galleria per chi arriva da piazza Duomo, la scadenza è fissata invece al 2019.
E a quanto pare sul Salotto di Milano stanno mettendo gli occhi anche un fondo cinese e uno arabo. Come ha ricostruito nei giorni scorsi il Sole 24 Ore, ci sarebbero movimenti in corso per subentrare alle due società di Alessandro Rosso, Townhouse e SevenStarsn che dal 2012 hanno vinto ben tredici gare del Comune aggiudicandosi un lotto dopo l'altro ottomila metri quadri della Galleria. Rosso gestisce l'hotel a sette stelle TownHouse e anche ristoranti, un'osteria, un museo storico. L'affitto totale ammonta a 2,9 milioni di euro.
E non sorprenderebbe una cessione in blocco, visto che già un anno fa era venuto a galla un debito col Comune di 1,7 milioni di euro per affitti non pagati. Da Palazzo Marino fanno sapere che le rate del 2017 sono state tutte versate regolarmente e la società sta rispettando il piano di rientro negoziato per il buco di un trimestre del 2016.
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