Guerra alla Fondazione Milano sulla scelta del nuovo direttore

È guerra all'ultima poltrona alla Fondazione Milano, l'ente comunale che gestisce le scuole civiche, fiore all'occhiello della formazione milanese (ovvero la Scuola di Teatro Paolo Grassi, la Civica scuola di Musica, la scuola di Cinema e Televisione e i corsi di Lingue). Una guerra che si sta giocando a colpi di indicazioni politiche e di amicizie e non di meritocrazia, alla faccia dei proclami e delle belle parole. Sembra infatti che il presidente della Fondazione sia arrivato a minacciare le dimissioni pur di favorire la candidata che nel cda ha riscosso meno preferenze. Il presidente, è bene ricordarlo, è dal dicembre 2011 (nominato dalla giunta arancione) Filippo del Corno, fondatore dell'Ensemble Sentieri Selvaggi e tra i sostenitori di Pisapia, testimonial dei Mille che hanno elaborato il programma elettorale del sindaco arancione. Voci dall'interno dicono che voglia imporre la candidata Monica Gattini Bernabò favorita da 2 consiglieri su 5 contro Renato Quaglia, che invece è «in pole» con 3 preferenze.
Da un paio di settimane, infatti, il consiglio di amministrazione discute, senza che ancora sia stata presa una decisione, sulla nomina del nuovo direttore generale. La figura del dg ha un doppio profilo, didattico e manageriale: «comporta la responsabilità dello sviluppo progettuale e organizzativo delle attività della Fondazione e del suo buon andamento amministrativo, contabile e finanziario, oltre alla formulazione di strategie didattiche e dei piani di studio». Tra i requisiti richiesti dal bando «esperienza di gestione manageriale a livello dirigenziale in enti o istituzioni a vocazione culturale, competenze nell'ideare, coordinare e realizzare progetti di sviluppo, capacità di selezionare le competenze e gestire le professionalità di una pianta organica in un'istituzione, e di relazionarsi con il sistema produttivo delle arti attivando partnership di prestigio anche internazionale».
Su 12 curricula di risposta al bando, aperto il 13 giugno e chiuso il 2 luglio, solo 5 sono risultati idonei. Due sono arrivati «in finale»: Monica Gattini Bernabò, direttrice di reparti e progetti per il Teatro Litta e presidente dell'associazione Teatri per Milano e Renato Quaglia, docente di Organizzazione aziendale all'Università Federico II di Napoli, già direttore organizzativo della Biennale di Venezia e del Festival del Cinema di Napoli. Peccato che alla posizione di favore della Garattini Bernabò non corrisponda altrettanto cv, come emerso anche dalle griglie valutative utilizzate dal cda nel valutare i candidati: nelle 5 pagine non compaiono esperienza o riconoscimenti internazionali, nè esperienze di gestione manageriale a livello dirigenziale o di gestione del personale, a differenza dello sfidante.


«Le notizie che arrivano dalla Fondazione ci lasciano sconcertati: ancora una volta - tuona Giulio Gallera, coordinatore cittadino del Pdl e presidente della commissione consigliare Partecipate - il criterio della meritocrazia e della professionalità si piegano alla logica dell'appartenenza politica e di amicizia. Chiederò al presidente della Fondazione di dare chiarimenti sulla nomina del dg e sulle voci che ci sono arrivate. Pisapia ancora volta dimostra di predicare bene e razzolare male».

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