Maria SorbiÈ uscito da una maratona di riunioni che, per certi versi, è stata più provante di una notte in sala operatoria. Ma Alberto Zangrillo, medico al San Raffaele e responsabile Sanità per Forza Italia, è soddisfatto della lista dei trentasei manager che guideranno gli ospedali lombardi nella delicata fase del post riforma. Le novità da gestire sono parecchie. Tre su tutte: il nuovo ospedale del bambino (che unisce Buzzi, Sacco, Fatebenefratelli e Macedonio Melloni) sotto la guida di Alessandro Visconti, dirigente alla Programmazione economica della Regione Lombardia; il nuovo polo che accorpa San Paolo e San Carlo e che sarà guidato da Marco Salmoiraghi, direttore sanitario di Areu e ancora la nuova formula dell'Asl, la nuova Ats (agenzia di tutela della salute) che avrà a capo Marco Bosio. Alberto Zangrillo, dopo queste giornate di riunioni fiume, siete certi di aver scelto le persone giuste? «È stato un bellissimo lavoro di squadra, una squadra con un unico sponsor: la qualità».È vero che non si può più parlare di quote politiche, ma siete riusciti a cambiare metodo nella spartizione delle poltrone?«Alla direzione degli ospedali e del territorio non ci sono gli amici di..., ci sono i migliori. In poche parole non si è seguito il modello fiorentino o aretino, ma quello del merito».Stoccata al premier Renzi? Con la Lega invece come sono stati i rapporti nella costruzione della nuova mappa della sanità?«Il presidente Maroni ha esordito durante la prima riunione con un'indicazione molto precisa: Io non ho nessuna persona da suggerire, il vostro compito è quello di identificare colui che per ogni posizione è il più adatto. Da lì siamo partiti e considero eccellente il risultato ottenuto. In questi giorni ho più volte incrociato rappresentanti di Lega ed Ncd e devo affermare di aver trovato in tutti una grande consapevolezza della responsabilità di dare indicazioni decisive per il governo della sanità migliore del nostro Paese».Dalle poltrone delle direzioni, sono spariti manager che erano in pista da vent'anni. In Lombardia si cambia musica?«Gli italiani sono ormai abituati a vivere in un Paese gestito da gente che promette risultati di performance economica fasulli, gente costretta ad accettare l'umiliazione della mancia mensile, a rendere pubblico l'amore paterno per mantenere il ruolo; ebbene oggi il governo della Lombardia ha fatto delle scelte concrete e misurabili per il bene supremo dei cittadini: la salute». Ci sono state riconferme e new entry.
Con che criterio?«Laddove si è voluto confermare il direttore, la ragione sta nel voler mantenere una leadership autorevole e proficua. Negli altri casi si è prodotto un ricambio generazionale rispettoso dei valori ed anche del percorso formativo del singolo aspirante direttore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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