Hanno comprato casa «con parco e piscina» E invece è una palude

Hanno comprato casa «con parco e piscina» E invece è una palude

Pensi di comprare un appartamento nella nuova Milano Due, accendi un mutuo faticoso ma già ti immagini in mezzo a un parco con tanto di laghetto e piscina, comodissimo per il supermercato e la scuola, con servizi di ogni tipo e tutta la tranquillità che cerchi. Vuoi mettere? In realtà ti trovi in un palazzone abbandonato e dalla finestra l'unica acqua che vedi è quella di pozzanghere paludose.
Benvenuti nel quartiere Adriano-Marelli, tra viale Monza e via Palmanova. Un sogno sulla carta, una desolazione nella realtà. I sette palazzi, venduti come il nuovo paradiso verde in città, sembrano immersi in 70mila metri quadri delle langhe più desolate. Chi ha comprato un appartamento privatamente (per una cifra che oscilla tra i 4mila e i 5mila euro al metro) si trova, assieme ad altri quattro gatti, in un palazzone disabitato. E anche chi ha acquistato, a prezzi più bassi, nelle cinque torri di edilizia convenzionata si sente in mezzo al Bronx. Non ci sono i negozi promessi e nemmeno i mezzi pubblici.
«Vi passerà il tram numero 7 sotto casa» aveva promesso in campagna elettorale il sindaco Giuliano Pisapia, in visita al quartiere «a metà». Ma oggi non solo non passa il tram. «È stato perfino tolto il bus 51 - protesta Davide, medico, che ha investito il suo futuro in quelle torri -. Dicono che il bus non ha abbastanza spazio per muoversi attorno alla rotonda qui vicino. Qui intorno non ci sono negozi e bisogna prendere la macchina anche solo per andare a compare il pane. Le promesse dei vari candidati alle elezioni comunali non si sono tradotte in nulla». Al posto del parco c'è solo una ruspa (una sola) che lavora in mezzo al fango e chissà quando finirà. I cittadini sono furenti e si sono riuniti in comitati di protesta per non essere dimenticati. Sulle cancellate campeggiano cartelli del tipo: «Quartiere Adriano, la vergogna di Milano». Ma per ora tutto è fermo e la situazione non migliora. Se qualcosa cambia, cambia a metà. Ad esempio i parcheggi per i disabili. Dopo le continue richieste dei residenti, i posteggi riservati sono effettivamente stati realizzati. «Ma si sono dimenticati di fare gli scivoli per le carrozzine davanti all'ingresso dei condomini - protesta una residente - e le barriere architettoniche ci sono ancora».
Non è finita: i condomini sono costretti a convivere con gli accampamenti rom lì attorno, in primis quello di via Idro. E questo significa, per due o tre volte al mese, ritrovarsi al buio. «Quando vedo che va via la luce - racconta un inquilino esasperato - mi immagino già cosa può essere successo. Significa che qualche nomade ha rubato i fili di rame dai tombini». Oltre al danno la beffa, come ciliegina sulla torta: l'iscrizione dei bambini a scuola (che da quest'anno deve essere effettuata on line). Le vie del quartiere delle sette torri non risultavano nemmeno negli elenchi pre impostati del sistema informatico.

Il problema è stato risolto ma i residenti si sono sentiti ancora più abbandonati. E pensare che abitano nelle «vie degli artisti». Via Gassman, Via Tognazzi, Via Mastroianni. Il quartiere è tutt'altro che da film: «Alla finestra vediamo la centrale A2A, una palude e un campo con le pecore».

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