di Elena Gaiardoni
Romeo sale all'amore sulla treccia di Giulietta. Pur sinonimo di vanità, i capelli sono indice di una bellezza che s'intreccia a qualità psichiche: forza morale e fisica, dignità, potere. Vanità più forza significa regalità. La regina amazzone Berenice sacrificò la chioma affinché il Faraone tornasse dalla guerra. Dal tempio la chioma sparì per essere «assunta» in cielo nella costellazione definita da Tolomeo «un ricciolo di stelle».
Brilla luce nel colpo di spazzola su una ciocca e si va alle «stalle» quando gli unici peli che non vogliamo depilare se ne vanno più del dovuto. Ai primi tagli, da bimbi i ciuffi cadevano ai piedi con angoscia; ancora oggi i piccoli sono in lacrime dal parrucchiere, al punto che per distrarli dal trauma delle forbici i saloni hanno sedili giocattolo. Perdiamo crini dentro l'utero anche da feti. Quale segreto del corpo si rannicchia in tale nido? Sono un nido i capelli; come in tutti i nidi ci troviamo protezione, vita. Quante volte durante un compito in classe le mani sono passate in mezzo alla chioma! Gli indiani Navajo credevano che più i capelli erano lunghi più contenessero pensieri, quasi fossero il secretaire della memoria. Tra le donne gira un mai codificato istinto: quando finisce un amore la prima cosa che una donna desidera fare è tagliare la chioma. Solo banale volontà di cambiamento? I capelli non sono una presenza, sono un simbolo la cui ultima espressione non è stata mai scritta. In essi proiettiamo felicità, paura, desiderio, rinuncia, piacere del corpo e non solo. Le scelte religiose implicano il loro sacrificio e non a caso le musulmane celano la testa con il velo al punto che in quelle dal volto scoperto il crine pare contare più degli occhi, della bocca. Nell'antica Cina i ricami preziosi venivano fatti con capelli. Un filo, più un altro filo, più un altro filo originano una trama. Una trama, una storia. Le storie alludono sempre a qualcosa d'altro rispetto al narrato. Un'allusione sono i capelli a un indicibile annidato in noi. Come un mistero che attraverso i fili scorre, non a caso una bella chioma si definisce fluente. Fluire come l'acqua.
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