I carabinieri coraggiosi: "Porte forzate, bimbi giù e Sy è finito in trappola"

I militari che hanno evitato una strage: "Minacciava di dare fuoco con l'accendino"

I carabinieri coraggiosi: "Porte forzate, bimbi giù e Sy è finito in trappola"

Dopo il pericolo scampato, la strage solo sfiorata, la concitazione, con i bambini illesi e ormai tra le braccia dei loro genitori. Dopo, è bello raccontare. E anche ascoltare le voci fiere dei carabinieri della compagnia di San Donato, gli uomini e le donne che sono intervenuti in quegli attimi febbrili del sequestro, che sono stati a tu per tu con il timore di non farcela, di non poter salvare quei bambini dal lato oscuro dell'autista senegalese Ousseynou Sy. E che alla fine sono usciti vincitori.

Francesco Citarella, 23enne originario di Bari, da cinque mesi effettivo alla stazione di Segrate, è uno di questi eroi in divisa. Era a bordo della pattuglia speronata dall'africano, una Clio andata distrutta l'altra mattina lungo la Paullese dopo aver obbligato, parandoglisi davanti, l'autista diretto a Linate a bloccarsi.

«Quell'uomo aveva spruzzato dello spray sul vetro posteriore del bus perché all'esterno non trapelasse nulla di quel che stava accadendo dentro - spiega il carabiniere -. Arrivati a un ingorgo di traffico il bus è stato costretto a fermarsi, così siamo scesi e ci siamo messi a parlare con il conducente dall'esterno, indicandogli di far scendere gli studenti. Lui non ne voleva sapere, impugnava un accendino minacciando di dar fuoco a tutto e intanto tratteneva una bambina sulla destra e un bambino sulla sinistra».

Nel frattempo l'altra pattuglia dei carabinieri - quella su cui viaggiava anche il carabiniere Giovanna Calvaruso, 33 anni, trapanese di Alcamo, in servizio dal 2013 alla tenenza di San Giuliano Milanese - in quegli attimi rompeva con lo sfollagente i vetri del pullman nella parte posteriore.

«Abbiamo aperto la porta del mezzo forzando la manopola laterale esterna accanto alla bussola e poi aiutandoci con le mani - racconta la donna -. Si è creata subito una grande empatia con i bambini, che dall'interno ci dicevano a gesti che volevano essere liberati e ci mostravano le taniche di benzina usate dall'autista».

Quando Sy si accorge che i ragazzini stanno abbandonando il bus, dà fuoco con l'accendino al mezzo, si rimette al volante e riparte, sprona e distrugge la Clio dei carabinieri e finisce contro il guard rail. «Era intrappolato, non ha opposto resistenza. Alto e molto robusto, sembrava lucido. I bambini mi hanno ringraziato» conclude il suo racconto Citarella.

«Quando il bus è ripartito per pochi metri quei bambini che stavano imboccando la porta forzata per uscire, sono caduti a terra, sull'asfalto. Ero concentrata, temevo finissero sotto le ruote, ma li abbiamo abbracciati, soccorsi. Con una piccola c'è stato uno sguardo d'intesa, intensissimo. Era tutto finito, erano salvi: quella è stata l'emozione più grande, come militare e come donna».

Posa per le foto di rito davanti alla caserma della compagnia di San Donato anche Ramy, il 14enne di origine egiziana che era tra i 51 ragazzini sequestrati. E che dinnanzi al sequestratore che voleva sequestrargli il telefono ha mentito, dicendo di non averlo. Poi, proprio con quel cellulare e fingendo di pregare in arabo, ha lanciato l'allarme.

«No, non ho avuto paura: io sono una persona, su quel bus ce n'erano tante altre. Ho pensato che comunque per salvarli ne sarebbe valsa la pena». Accanto, fiero, il padre. Che propone: «Dategli la cittadinanza onoraria». Di Maio e Salvini sembrano pronti a velocizzare le procedure.

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