I «City Angels» mettono insieme le tre fedi

La premiazione dei «Campioni», nel segno della generosità e della tolleranza

Alberto Giannoni

Il momento più importante della mattinata è stato la stretta di mano a tre, fra il presidente della Comunità ebraica Milo Hasbani, l'arcivescovo Mario Delpini e il vicario generale dei sufi in Italia Mohsen Mouelhi.

L'incontro fra i più autorevoli rappresentanti delle comunità religiose monoteiste, del resto, rappresenta alla perfezione lo spirito del premio «Il Campione», promosso dai «City Angels», ideato dal presidente dell'associazione di volontariato Mario Furlan, e giunto alla diciannovesima edizione.

A Palazzo Marino, in una sala Alessi stracolma, sono stati premiati dieci «campioni» - scelti da una giuria formata da diciannove direttori di altrettanti organi di informazione, fra cui Il Giornale. Dieci persone che hanno rappresentato in questi anni un esempio positivo nella solidarietà, nella medicina, nello sport, nella memoria, nel lavoro.

Come «Campione della gente» è stato premiato don Antonio Mazzi, per l'attività quarantennale delle sue comunità Exodus. Per la giustizia Gabriele Nissim, fondatore di «Gariwo, il Giardino dei Giusti», per lo sport Igor Trocchia, l'allenatore di calcio che ha ritirato la sua squadra dopo un'offesa razzista rivolta a un suo giocatore. Per la legalità Eugenia Carfora, preside di una scuola in provincia di Napoli che si è battuta contro la dispersione scolastica. Per il coraggio Angel Micael Vargas Fernandez, il giovane di Casalmaiocco che il 14 settembre scorso, lanciandosi dal tetto di un furgone e prendendolo «al volo», ha salvato la vita a un bambino di 4 anni che stava precipitando dal balcone di casa.

Tra i 13 premiati una categoria è stata riservata ai «Campioncini della solidarietà», con un riconoscimento per la scuola primaria «Alessandro da Fano», della comunità ebraica di Milano e un altro per il Liceo «Cavalieri» di Parabiago. «La cultura illumina e fa conoscere - ha detto Furlan - Chi prova solidarietà non vede nell'altro un nemico, ma uno come lui, una persona a cui tendere la mano, una persona fragile. Oggi premiamo dei campioni che con il loro amore ci dimostrano questo e ci fanno sentire orgogliosi».

«Non si tratta di fare classifiche - ha osservato Delpini - ma di mettere in luce quello che queste associazioni fanno tutti i giorni, senza chiedere premi. A volte il volontariato e la solidarietà suonano come una specie di eroismo, mentre dovrebbe essere qualcosa di ordinario. La stranezza sono la pigrizia e l'egoismo».

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