«La parte di Milano che preferisco durante il Salone è Brera, senza dubbio, perché mette insieme quello che è la sua bellezza naturale che dura tutto l'anno a quella di questi giorni. E poi ci sono i nuovi edifici, quelli del futuro: se non riusciamo ad andare avanti non riusciremo a salvare il mondo». Parola dell'architetto Michele De Lucchi che, non a caso, oltre ad aver realizzato insieme a Ferragamo Parfums lo Scalone nel cortile della Statale, per questo Fuorisalone è stato scelto come ambasciatore dal Brera Design District. Un quartiere a cui è molto legato anche Antonio Citterio: «Il mio distretto è Brera perché abito lì, esco di casa e trovo tutto a portata di mano, ma il mio luogo preferito è la Statale...». Proprio alla Ca Granda l'architetto ha appena svelato la sua installazione, che crea un'illusione ottica raddoppiando le dimensioni del cortile. Il mio primo Salone? «Era il 1968, e presentavo una poltrona», ricorda Citterio, «incontrai un mio compagno di scuola che mi portò a vedere lo stand di C&B (che era Cassina-Busnelli) e quando arrivammo, qualcuno urlò che dovevo scaricare le poltrone Manta di Bellini da un camion... la sua poltrona ebbe un successo enorme, e la mia? Eccomi qui». Oggi come ieri, per architetti e designer il Salone rappresenta un'occasione unica. E la Milano del Salone è al centro del mondo. Per tutti. Anche per gli star-designer come Ron Arad, che ieri era al nuovo Illy Caffè per incontrare i fan. «Per me e per il mio studio questo è l'appuntamento più importante dell'anno», confessa, «e spero che Milano sia il momento più importante dell'anno anche per le nuove leve». A parte la Statale (dove c'è il suo braccio-Grande Fratello)? «Amo molto i Navigli e la zona vicina alle 5 Vie, dove c'era il mio ristorante preferito, ma trovo che il Fuorisalone così com'è oggi sia molto più utile per i giovani che vengono a farsi conoscere». Ma il segreto del successo Milano, per molti, è il Fuorisalone, un unico grande distretto che coinvolge tutta la città. Luca Trazzi, che ha aperto al pubblico con le sue Poesie al Neon il cortile della Casa del Manzoni, ricorda: «Il Fuorisalone è nato con Gilda Bojardi (direttore di Interni ndr), che ha fatto scoprire una Milano sconosciuta, ha aperto i cortili, le fabbriche... Io non ho una zona preferita, il mio distretto è Milano, la città intera. Bisogna essere curiosi e guardarsele tutti. È difficile ma ci provo». D'accordo con lui, Michele Lupi, direttore di Icon Design, mensile di settore destinato anche al grande pubblico, che ha appena tenuto a battesimo un nuovo distretto dedicato a innovazione e design, quello di Porta Nuova-Porta Volta. «A me piace molto la parte del centro storico, ma Milano è diventata molto bella nel suo complesso, i distretti sono tutti interessanti».
L'ultimo nato? «Questo polo che sarà attivo tutto l'anno e si inaugura in questi giorni con gli Icon Design Talks», una serie di incontri aperti a tutti (contano già più di 7mila iscritti) alla Microsoft House di viale Pasubio (e alla Biblioteca braidense) con grandi architetti e designer: da Rem Koolhaas a Stefano Boeri, da Marcel Wanders a Patricia Urquiola, da Piero Lissoni a Mario Bellini.PDO
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