C'era una volta la Lega che attaccava l'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, per i frequenti richiami al dovere dell'accoglienza verso gli immigrati. A quei tempi, la sinistra alzava la voce per difendere le parole del cardinale e criticava pesantemente gli esponenti del Carroccio per la mancanza di rispetto nei confronti del successore di sant'Ambrogio sulla cattedra milanese.
Adesso la situazione si è capovolta ed è la sinistra a ignorare nei fatti, come infastidita, le parole dell'arcivescovo, Angelo Scola, quasi a suggerirgli su quali temi dovrebbe intervenire e su quali altri no. Concentriamoci sulla corruzione, dice in sostanza il vicesindaco, Mariagrazia Guida, rispondendo all'esortazione del cardinale a opporsi pubblicamente e fermamente alle unioni civili e, eventualmente, a considerare l'ipotesi di una rinuncia all'incarico in giunta. Alcuni esponenti della sinistra milanese parlano addirittura di «ingerenza», come se proporre la posizione del magistero della Chiesa alla libertà dei politici fosse un tentativo di imporre qualcosa a qualcuno.
Dichiarazioni che appaiono strumentali. È evidente che un tema non esclude l'altro, si può parlare di unioni civili e di corruzione, tanto che il cardinale nella medesima giornata di sabato e numerose volte in passato è intervenuto anche sul rispetto della legalità in politica. Ma il tema d'attualità in questi giorni a Milano è proprio il debuttante registro delle unioni civili, paradossalmente voluto da una giunta che ha al suo interno diversi esponenti cattolici.
Le immagini di coppie omosessuali che festeggiano pubblicamente il proprio legame negli uffici del Comune di via Larga sono arrivate su giornali e televisioni. E sarebbe strano se l'arcivescovo, interpellato direttamente, dicesse qualcosa di diverso da quella che è la posizione della Chiesa, che su questo tema parla espressamente di dovere di astenersi dal votare il provvedimento e «obiezione di coscienza».
In questa linea zapateriana l'imbarazzo e la difficoltà a conciliare due posizioni sempre più distanti e in conflitto tra loro sono inevitabilmente destinati a crescere. Ed esplodono ancora di più oggi, quando il sindaco di Milano, uscendo dalla reticenza su questi temi sensibili che ha caratterizzato la sua campagna elettorale, dichiara apertamente di essere favorevole alla possibilità di far adottare dei figli alle coppie omosessuali. E anche se non lo dice esplicitamente, non è escluso che in futuro il Comune di Milano proponga iniziative che possano agevolare anche questa possibilità.
«Un diritto di più a uno non toglie diritti a nessuno» dice l'Arcigay milanese. Una frase che ha solo l'apparenza della verità.
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