Sembrano già il vecchio e il nuovo che avanza. Sono arrivati insieme ieri al Mudec per l'ultima festa di «Expo in città», con le rispettive mogli: Giuliano Pisapia accompagnato dalla «first sciura» Cinzia Sasso e Giuseppe Sala con Dorothy che sorride e non nasconde che lo appoggerà «qualunque sarà la sua scelta. Anzi, ho già letto su qualche giornale che potrebbe rifiutare per colpa mia, ma non è assolutamente così». Anzi, verrebbe da aggiungere. E il commissario Expo, che ieri si è concesso un giorno di (meritato) riposo dopo la chiusura dei cancelli («ma domani sarò in ufficio in via Rovello, bisogna lavorare subito sul post») col passare dei giorni sembra sempre più comodo nella veste del potenziale candidato sindaco del Pd. «Aspettiamo, voglio prendere una decisione con calma» ha ribadito alla domanda che rischia di essere il nuovo tormentone. Si candida? Questa volta fa però un passo in più. «Non è che tutto dipende da me, come potete immaginare - aggiunge -, non è solamente un problema di mia decisione, bisogna verificare anche che ci siano le condizioni. Non sono vicino a una mia scelta comunque. E queste condizioni sono ovviamente una discreta garanzia di vincere le primarie contro l'assessore Pd Pierfrancesco Majorino, non disposto a ritirarsi. Sala deve garantirsi i voti degli arancioni, niente affatto scontati e un ticket con un esponente della giunta che gli assicuri continuità con Pisapia e appoggi dalla sinistra-sinistra che continua a catalogarlo come «l'ex manager di Letizia Moratti», più vicino al centrodestra insomma. Si vedrà. In settimana i partiti della coalizione dovrebbero finalmente vedersi per ragionare sulle regole delle primarie. Intanto l'assist di Pisapia è sempre meno velato. Ha trovato anche l'escamotage per togliere il suo nome e la sinistra dall'imbarazzo che si sarebbe creato sulla questione Ambrogini: nei prossimi giorni i capigruppo si riuniranno infatti per decidere la rosa dei premiati il 7 dicembre al Dal Verme. Forza Italia ha candidato Sala per la gestione Expo, mettendo in crisi Sel - contraria alla candidatura - e la SinistraXPisapia che ha contestato fino all'ultimo anche il grande evento. Il sindaco ha captato la provocazione e ha proposto di premiare Romano Bignozzi, 76 anni, il capo cantiere che ha rimandato la pensione per portare a termine anche l'impresa Expo e alla cerimonia di apertura ha portato sul palco la bandiera dell'Italia. Salvo sorprese, sarà lui l'uomo-simbolo al Dal Verme, con la benedizione di Sala (e il sollievo della sinistra). Il commissario aveva raccontato che dopo l'Esposizione sarebbe partito per un viaggio in Patagonia ma «con il tema del post Expo da affrontare ho messo via l'idea di andare via subito, il biglietto c'è ma per il 24 dicembre». Vuole seguire certamente il protocollo d'intesa sulle aree (la firma tra Comune, Regione, Cassa Depositi e Prestiti, Statale e Assolombarda per il futuro campus universitaria è attesa a giorni) ma anche - e forse di più - l'evoluzione del suo destino politico. Alla chiusura di Expo in città («io però non sono riuscito a vedere niente» scherza) rilancia al sindaco il «modello Milano», ossia la collaborazione senza polemiche tra enti spesso contrapposti, anche per il post Expo.
E Majorino attacca: «Il modello Milano per me è il contrario di quel che abbiamo visto con le liti su Expo e le persone messe in società coinvolte nelle indagini». Agli arresti nel 2014 finì anche il vice di Sala, Angelo Paris.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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