I genitori del «Linneo»: «Il Comune intervenga o teniamo a casa i figli»

Dopo il crollo del controsoffitto della palestra chiedono garanzie sul resto del complesso

Cristina Bassi

Sono le 8.30 e nell'atrio della scuola media di via Linneo un capannello di una ventina di genitori circonda il preside Giorgio Pietro Sturaro. Sono molto agguerriti, mai esagitati. Anche se il tono della voce di tanto in tanto si alza. A pochi metri, chiusa a chiave ma non sigillata, c'è la palestra il cui controsoffitto è completamente crollato nella notte tra lunedì e martedì. Siamo in centro, all'ombra dell'antennone Rai di corso Sempione.

Le mamme e i papà incalzano, il dirigente scolastico ascolta e prova a rispondere a tutte le domande. «Per fortuna - dice Alessandro Pirrera - quando è crollato tutto non era in corso una lezione. Oggi trenta ragazzi potevano essere in ospedale o peggio». Tutti d'accordo sulla strage sfiorata. «Ma - aggiunge Massimo Polidori - ora la priorità è diventata avere la certezza che l'intera scuola è sicura. In caso contrario siamo pronti a tenere a casa i nostri figli». Il preside spiega che i controlli di sicurezza del Comune sono sempre avvenuti regolarmente e che i tecnici di Palazzo Marino hanno già fatto un sopralluogo. «Non ci fidiamo più del Comune», è la risposta. D'altra parte quella palestra ha sempre avuto mille problemi. Da anni c'erano infiltrazioni in caso di pioggia, segnalate anche di recente a Palazzo Marino. Dal soffitto cadeva molta acqua e sul campo si formavano vere pozzanghere. «Quando sono venuto all'open day, due anni fa, in palestra c'era un lago», racconta un papà. Qualcuno chiede: «Perché nessuno del Comune è venuto oggi a parlare con noi? È successa una cosa gravissima». Rosanna Bolelli, presidente del Comitato genitori, raccoglie nomi e numeri di telefono: «Vogliamo fare qualcosa, mobilitarci - sottolinea -. A fianco dell'istituto, non certo contro». Le proposte vanno dal chiedere un appuntamento all'Assessorato competente, al bombardarlo di e-mail, a una sorta di «sciopero degli alunni», fin quando arriveranno le garanzie sulla sicurezza.

«Vogliamo solo che ai nostri figli non cada nulla in testa», continua un'altra mamma. Il dubbio peggiore è che le infiltrazioni riguardino altri locali oltre alla palestra e che quindi si rischino nuovi crolli. In particolare con l'arrivo dell'inverno, di pioggia e neve. «E comunque - fa notare un padre alla riunione - se in casa mia piove dal soffitto, mi viene il sospetto che prima o poi verrà giù tutto...». Alla fine ci si accorda su tre istanze: un'ispezione generale con perizia scritta del Comune che attesti che l'intera struttura è sicura, una lista degli interventi urgenti e i fondi per realizzarli.

Sturaro parla dei responsabili giuridici della sicurezza: «Nel nostro caso si tratta di una società esterna - spiega -. Per quanto riguarda la manutenzione però il responsabile è Palazzo Marino». Di recente sono stati fatti lavori di ristrutturazione, nei bagni delle aule, negli spogliatoi e i bagni delle palestre ed è stato rifatto il soffitto di un corridoio, che aveva avuto infiltrazioni. Queste le priorità cui sono stati destinati i fondi disponibili. Nessun intervento al soffitto e controsoffitto della palestra, che è stata ritinteggiata. Dal Comune precisano che è stata rifatta anche l'impermeabilizzazione del tetto. Mariangela Scola, insegnante di ginnastica, ha avuto cinque ore di lezione lunedì mattina, poco prima del disastro. «Quando ho visto cos'era successo - dice - sono rimasta scioccata. Potevano morire trenta ragazzi e io non sarei qui a parlarne. Le responsabilità devono essere accertate». Poi aggiunge: «Non è la prima volta. Circa sei anni fa uno dei grossi lampadari fissati al soffitto è precipitato a terra durante una lezione. Un miracolo, anche allora, che non si sia fatto male nessuno». Mentre la collega Enrica Molinari: «Nell'anno 2014-2015 i lampadari si sono riempiti d'acqua e l'impianto elettrico è saltato. I tecnici del Comune li hanno smontati e poi rimontati. A quel punto abbiamo dato per scontato che anche il soffitto fosse a posto». Concludono le docenti: «Dopo i lavori degli ultimi mesi, il 12 settembre il Comune ha dichiarato l'agibilità della palestra. E oggi siamo qui... Mancano le basi della sicurezza: altro che Buona scuola». D'accordo la giornalista del Fatto, Selvaggia Lucarelli, il cui figlio frequenta la «Linneo»: «Vorrei capire - scrive su Facebook - come possa accadere che qualcuno giudichi a norma una struttura del genere.

Voglio sapere (voglio la perizia scritta) se le classi sono sicure». Ancora: «Voglio che il Comune intervenga ora. Ma soprattutto, poi ci stupiamo se ad Amatrice viene giù una scuola appena ristrutturata. Qui non è servito nemmeno il terremoto».

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