Fino a qualche tempo fa nessuno ci badava troppo. Le luci sempre accese, il termosifone al massimo, il sabato sera pizza e cinema. Il ferro da stiro smetteva di funzionare? Cassonetto e nuovo acquisto. Il pantalone non andava più di moda? Eccone subito un altro. Consumisti, chi più chi meno. Ora le cose sono cambiate. L'attenzione al risparmio non è più filosofia. È pura e semplice necessità. Diffusa. Così una famiglia su cinque in Lombardia cambia le proprie abitudini per trovarsi qualche soldo in tasca in più a fine mese. Obiettivo: non sprecare, riparare, aggiustare, spendere solo quando serve davvero perché l'89 per cento delle famiglie lombarde teme che nel 2013 la disoccupazione aumenterà ancora. Anche se di fronte alla domanda diretta «qualcuno della sua famiglia rischia di perdere il posto di lavoro nei prossimi 12 mesi?» accanto al 34 per cento sicuro di non avere brutte sorprese, c'è un altro 39 per cento che azzarda un «probabilmente no», ma anche un 18 per cento che teme («probabilmente sì» e il 10 per cento «sicuramente sì».
Sono i risultati dell'indagine realizzata dalla Camera di Commercio Monza e Brianza (con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche e in collaborazione con Digi-Camere) sui consumi della famiglie in Lombardia e di conseguenza su come cambiano gli stili di vita. E dunque niente auto, ma preferiti i mezzi pubblici. Una famiglia su 4 lascia più spesso la macchina in garage. Ristorante? Meglio il take-away, per togliersi lo sfizio e non farsi rimanere indigesto il conto finale. Soprattutto a Milano città (36% contro il 29% regionale). Si torna a controllare che le luci in casa siano spente e magari si abbassa di qualche grado la caldaia nonostante il freddo pungente. Tre famiglie su 5 sono infatti più attente ai consumi di casa, tra elettricità, gas e telefono. Fanno la spesa più spesso acquistando meno per evitare gli sprechi (il43 per cento). Le uscite sono centellinate, relegate a qualche fine settimana. Il 29 per cento rinuncia a cene in pizzeria e aperitivi al bar. Un giovane su due ammette di aver ridotto le uscite per via della crisi e un under 35 su 4 ha sostituito l'uscita nei locali pubblici con una serata a casa di amici.
Eppoi non si butta via niente: il 22 per cento dei lombardi preferisce ora riparare anziché sostituire. Tanto che di pari passo quel che cresce è il numero delle imprese in Lombardia che fanno riparazioni. Soprattutto quelle gestite da extracomunitari, più a buon mercato. Sono aumentate del 6 per cento le attività low-cost che rimettono a nuovo elettrodomestici, calzature, mobili e e vestiario. E si tratta soprattutto di cinesi che contribuiscono a creare un giro di affari che vale in Lombardia circa 150 milioni di euro. Rinviare l'acquisto e preferire la riparazione è anche una scelta psicologica: 4 lombardi su 5 si apettano nuovi aumenti dei prezzi.
Per questo al prossimo Governo i lombardi chiedono a stragrande maggioranza una cosa su tutte: l'attenzione al lavoro: lo dice il 66 per cento.
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