A causa della crisi, la povertà e il disagio hanno assunto dimensioni allarmanti. In Lombardia le famiglie povere sono il 4,2% di quelle residenti.
A Milano non si sta meglio. Dal 2008 al 2011, tra pensioni, assegni sociali e invalidità civili, sono 313,6 milioni di euro le risorse erogate ai cittadini del capoluogo lombardo in condizioni di disagio.
Circa 24 milioni di euro, invece, sono stati impiegati dalla Regione per finanziare il buono famiglia 2010, per sostenere l'impegno di cura di tre o più figli; 14,7 i milioni di euro del buono famiglia 2009 per chi pagava la retta di un familiare anziano o disabile.
Circa 32mila sono stati i contributi del Fondo sostegno affitti erogati nel quadriennio 2008-2011, a beneficio di circa 16mila «percettori individuali».
Sono solo alcuni degli interventi a sostegno dei cittadini milanesi in condizioni di povertà, al centro di una ricerca della Fondazione Zancan presentata ieri a Milano nel corso del dibattito «In bilico tra povertà e benessere», organizzato dalla Cisl Lombardia.
Complessivamente, sono 65 gli interventi di sostegno pubblici erogati ai cittadini di Milano in condizioni di disagio. Di questi, 26 risultano gestiti dal Comune, 11 dalla Regione e 28 a livello nazionale (di cui 27 dall'Inps).
Le risorse erogate, stando alla ricerca della Fondazione Zancan, potrebbero essere utilizzate meglio.
Dall'analisi condotta, infatti, emerge l'esigenza di evitare sovrapposizioni tra livelli istituzionali nell'erogazione delle prestazioni a favore degli stessi bisogni.
Occorrerebbe, inoltre, riconsiderare le soglie economiche e i requisiti soggettivi di accesso ai trattamenti, per assicurare maggiore attenzione alle fasce più deboli, oltre che verificare la possibilità di integrare l'erogazione monetarie con i servizi forniti direttamente dagli enti pubblici. L'esito finale, secondo i ricercatori, oltre che un sistema di sostegno alla povertà più efficiente potrebbe essere la creazione di nuove opportunità di lavoro nei settori del welfare e dello sviluppo sociale.
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